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Le ricerche di Gerona 2005

(20-02-08) Prediabete da scoprire



Il diabete di tipo 2 non ? abbastanza diagnosticato e trattato, specie dalla Medicina di famiglia. ? questo il messaggio emerso chiaramente dal rapporto britannico sullo screening del diabete di tipo 2 pubblicato a settembre dall`Health Technology Assessment. Gli autori del trattato sono stati ancora pi? irremovibili della precedente review del National Screening Committee e le loro conclusioni sono state recentemente riprese in un commento su Lancet a cura di tre esperti del dipartimento di Medicina generale dell`universit? di Auckland in Nuova Zelanda.

Uscire allo scoperto, perch?
La mancanza di Linee guida precise o di criteri condivisi per lo screening del diabete ha relegato il prediabete nell`ombra ma ora l`efficacia delle statine nella prevenzione cardiovascolare, da un lato, e l`impennata nella prevalenza di obesit? e diabete di tipo 2 dall`altro dimostrano che il problema deve essere affrontato in maniera pi? seria.
L`intolleranza al glucosio aumenta il rischio cardiovascolare di circa il 60% e un`alterata glicemia a digiuno lo incrementa del 30%; per ogni soggetto diabetico ce ne sono almeno 4 in fase prediabetica, due dei quali progrediranno verso il diabete conclamato. Tutto questo per? si pu? prevenire, o almeno ritardare, con la dieta, l`esercizio fisico e alcuni farmaci. Gli interventi, sullo stile di vita sono tanto pi? efficaci quando effettuati su soggetti selezionati, mentre i farmaci possono meno e, del resto, non sono impiegati adeguatamente neanche nel diabete, il cui controllo non ? ancora ottimale.

Screening, come
Il test plasmatico del glucosio a digiuno individua il diabete e le anomalie glicemiche ma non l`intolleranza al glucosio. Analisi random sul glucosio plasmatico hanno meno specificit? e sensibilit?. Il test di tolleranza orale al glucosio (test di carico) ? considerato troppo impegnativo per il paziente ed ? poco riproducibile. La misurazione dell`emoglobina glicosilata (HbA1C) non rientra nelle indagini di routine, ma si correla bene sia con lo stato diabetico (si usa infatti per monitorare la glicemia dei pazienti) sia con le alterazioni del prediabete e, ad oggi, sono anche stati risolti i problemi di standardizzazione che lo rendevano poco affidabile. ? questo l`esame che gli autori dell`Health Technology Assessment consigliano per individuare i pazienti a rischio, impostando valori di cut off inferiori del 5,9% a quelli impiegati per la diagnosi del diabete. Naturalmente il medico di famiglia deve fare una prima selezione dei pazienti, sulla base dei fattori di rischio noti (et?, indice di massa corporea o circonferenza addominale, familiarit?, etnia, iperlipidemia, ipertensione), per scegliere quali sottoporre allo screening.

Trattare subito
Selezionare i soggetti a rischio e confermare lo stato prediabetico con i test a disposizione dovrebbe diventare una delle priorit? dei medici di Medicina generale. Perch? prediabete, diabete e malattie cardiovascolari colpiscono di pi? le classi socialmente ed economicamente svantaggiate. Quelle classi che accedono quasi esclusivamente all?assistenza sanitaria pubblica e per le quali la correzione degli stili di vita rappresenta l`intervento pi? importante, economico e quindi realizzabile.
Resta ancora da stabilire ogni quanto tempo andrebbe ripetuto lo screening e come debbano essere dei programmi d`esercizio applicabili ad un gran numero di soggetti. Ma non sono scuse sufficienti per ignorare il problema.

Elisabetta Lucchesini
Fonte: Kenealy T et al. Screening for diabetes and prediabetes. The Lancet 2007; 370: 1888-1889

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