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Le ricerche di Gerona 2005

(17-03-08) Tramonta il mito del colesterolo (cattivo)




Ma le industrie farmaceutiche hanno interesse a mantenere alto l'allarme
La causa della maggiore incidenza di infarti e ictus potrebbe essere nelle proteine che trasportano il grasso

MILANO?Il mito del colesterolo sta (forse) per tramontare. A chiedersi ora se questo grasso del sangue sia davvero il gran colpevole di infarti e ictus non sono i soliti ?grilli parlanti? dei siti web alternativi, ma molti rappresentanti del mondo scientifico. E da loro potrebbe arrivare, prima o poi, un?assoluzione per il celebre big killer della salute. L?ultima spallata al dogma che colesterolo alto ? uguale a rischio cardiovascolare l?ha data lo studio Enhance che dimostra come due farmaci anticolesterolo insieme (l?ezetimibe che ne inibisce l?assorbimento intestinale e la simvastatina che ne riduce la produzione nel fegato) non siano meglio della simvastatina da sola. In altre parole: ? vero che i due abbassano di pi? il colesterolo nel sangue, ma questo non si traduce in un reale beneficio per le arterie. Perch?? E soprattutto perch? le aziende hanno dato con ritardo i risultati di questo studio?

Secondo un commento pubblicato sull?Herald Tribune e firmato da Gary Taubes, corrispondente della rivista Science, l?equivoco ? di fondo. E cio?: si ? sempre confuso il colesterolo con le proteine che lo trasportano nel sangue, le lipoproteine. Il carico con il mezzo di trasporto. E il colesterolo ? diventato buono o cattivo a seconda che sia veicolato da lipoproteine a alta densit? (Hdl) o a bassa densit? (Ldl). Potrebbe, dunque, non essere il colesterolo in s? il vero nemico (l?infarto colpisce anche persone con colesterolo normale), ma un?anomalia delle lipoproteine. E infatti due farmaci insieme, pur abbassando di pi? il colesterolo, non prevengono le placche. Rimane per? il fatto che la simvastatina e le altre statine prevengono le malattie cardiovascolari. E? probabile allora che questi medicinali funzionano non tanto perch? abbassano il colesterolo, ma perch? agiscono con altri meccanismi, per esempio riducendo l?infiammazione.

Nonostante questi dubbi, per?, l?Fda, l?ente americano per il controllo delle medicine, continua a registrare farmaci per la prevenzione delle malattie cardiache solo in base al fatto che riducono le Ldl e le autorit? sanitarie conducono campagne di prevenzione puntando sul colesterolo. Dimenticando, a volte, che i farmaci hanno effetti collaterali che vale la pena affrontare se i benefici sono reali. E molti si chiedono quale sia il ruolo dell?industria farmaceutica. Industria che, nel caso dello studio Enhance, ha rivelato con due anni di ritardo i risultati negativi, lasciando che milioni di pazienti continuassero la terapia. Il fatto ? che il mercato degli anticolesterolo ? semplicemente gigantesco. Un esempio: nel 2005 il fatturato dell?atorvastatina ? stato di oltre 12 miliardi di dollari.

Le industrie hanno tutto l?interesse a promuovere l?ipotesi colesterolo, ad allargare la quota di consumatori di farmaci anticolesterolo (lo hanno fatto riducendo sempre di pi? i livelli normali nel sangue in modo da creare pi? ?malati? come ha gi? denunciato il British Medical Journal) e a giocare sull?ipotesi colesterolo buono (da aumentare) e cattivo ( da ridurre) per proporre nuove molecole dal momento che stanno scadendo i brevetti di quelle vecchie. Peccato per? che un farmaco con questo nuovo meccanismo d?azione, il torcetrapib, invece di prevenire infarti e ictus li provoca (lo studio ? stato interrotto un anno fa). Un?altra prova che il colesterolo non sar? pi? di moda?

Adriana Bazzi
07 febbraio 2008
Fonte: Corriere Della Sera

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