(05-04-08) 25mila italiani malati di narcolessia, solo 10% lo sa
Milano - Attacchi di sonno ogni due ore, sogni a occhi aperti, paralisi di tutto il corpo al risveglio e durante l'addormentamento, 'svenimenti' improvvisi ad ogni forte emozione. Sono i sintomi della narcolessia, un disturbo che secondo le stime degli epidemiologi colpisce 25 mila italiani. Eppure i casi finora riconosciuti sono appena 2.500: solo un connazionale su 10, dunque, sa di essere malato. Per accorciare i tempi della diagnosi - oggi in media 7 anni, con punte di oltre 50 - torna dal 26 al 30 marzo la Settimana di sensibilizzazione contro la narcolessia promossa dall'Associazione italiana narcolettici (Ain). L'iniziativa prevede la diffusione di spot con protagonista Lupo Alberto, 'testimonial' dell'Ain gi? dal 2003, un numero di telefono (055-317955) e un indirizzo e-mail ([email protected]) per chiedere informazioni, e corsi pilota nelle scuole veronesi, patrocinati dalla Provincia di Verona.Pur rimanendo una malattia neurologica difficile da individuare perch? poco conosciuta dai medici - spiega l'Ain in una nota - la narcolessia ? una malattia che pu? essere trattata, anche con nuove cure che la rendono meno invalidante attenuandone i sintomi. "Ci rivolgiamo ai giovani - dice Icilio Ceretelli, presidente dell'associazione - perch? in molti dei nostri associati l'esordio della malattia ? avvenuto in et? scolare e la narcolessia non diagnosticata ? il motivo per il quale hanno interrotto gli studi, hanno subito i condizionamenti della malattia e spesso si sono auto-emarginati". L'Ain "fa parte della Consulta delle malattie rare - sottolinea Domenica Taruscio, responsabile del Centro nazionale malattie rare dell'Istituto superiore di sanit? (Iss) - ? l'esempio di un'associazione di pazienti e familiari che, pur avendo pochi iscritti, riesce a comunque ottenere la visibilit? necessaria per far conoscere il proprio problema. Anche altre malattie dovrebbero avere maggiore visibilit?, per ottenere i farmaci necessari alle cure e l'attenzione della ricerca medica".
Fonte:Adnkronos Salute
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