(14-02-06) Obesit? infantile, la prima causa ? a tavola
Aumenta la percentuale di bambini troppo grassi. Ma la responsabilit? non ? dei fattori genetici
Nel 2001 il 10% dei bambini scozzesi erano obesi (Indice di massa corporea IMC> 30) all'ingresso nella scuola primaria (4-5 anni), e il 20% lo erano all'uscita (11-12 anni); analoga indagine USA del 1999/2000 riportava valori di sovrappeso (IMC tra 25 e 30) del 10% a 2-5 anni, 15% a 6-11 anni e 15% a 12-19 anni). Valori paragonabili si ritrovano in altri stati, compresa l'Italia, dove tra i 6 e i 14 anni un bambino su sette ha un eccesso ponderale.
L'eccessivo aumento di peso nei bambini nasce da una complessa interazione di fattori ambientali sovrapposti a una base di suscettibilit? genetica. Questa per? aiuta a spiegare solo differenze tra individui nell'aumento di peso. Il recente aumento generalizzato della obesit? infantile dimostra che sono i fattori ambientali - particolarmente alimentazione e attivit? fisica - gli elementi causali dell'obesit?.
Il primo sono le diete solide ad elevata densit? energetica con molti grassi, ma non frutta e verdure. Tipico esempio i cibi dei "Fast Food". Questi comportano un rapido consumo di cibo altamente energetico, riduzione del tempo di masticazione, rallentamento dei segnali della saziet?. La situazione nei Fast Food potrebbe migliorare con l'introduzione, come si sta verificando, di menu diversificati contenenti anche frutta e verdure.
Anche i tipi di carboidrati ingeriti hanno un ruolo importante nel determinare il senso di saziet?: ci? dipende essenzialmente dal cosiddetto "indice glicemico,"cio? dall'entit? e rapidit? con cui aumenta la glicemia dopo il pasto. Carboidrati ad elevato indice glicemico (pane, prodotti di pasticceria) sono destinati ad indurre un pi? elevato grado di obesit? rispetto a quelli con minore indice glicemico. Nella stessa direzione vanno gli alti consumi di bevande gassate e zuccherate o di succhi di frutta e le correlazioni evidenziate tra questi e la prevalenza della obesit?. Inoltre queste bevande inducono un minore consumo di latte, la cui assunzione appare invece correlata inversamente all'obesit?.
Altro fattore ? la dimensione delle porzioni di molti cibi confezionati o serviti in ristoranti o Fast Food, in continuo aumento. A volte, ci? che viene percepito come uno "spuntino" da il 20% della intera energia consumata da un bambino.
Infine, il cibo consumato fuori casa tende a essere pi? energetico di quello consumato a casa, con un pi? alto contenuto di grassi e meno fibre. Valutando le abitudini alimentari di bambini e adolescenti si ? accertata una frequenza di otto pasti al mese fuori casa negli obesi, non pi? di cinque nei non obesi.
Sul fronte opposto, quello del consumo, pu? essere scomposta in spesa energetica a riposo, produzione di calore (termogenesi) e attivit? fisica.
Per quanto concerne l'attivit? fisica, ? stata studiata poco la relativa importanza dei differenti aspetti dell'attivit?, se il rischio di obesit? ? ugualmente correlato alla riduzione di una attivit? fisica intensa o moderata, o a aumento della sedentariet?.
La sedentariet? viene identificata come fattore di rischio di obesit?, e in essa si ? data particolare importanza alla televisione. Esistono prove sperimentali di associazione tra ore spese davanti al televisore e misure di obesit?, con un rapporto ancora pi? stringente se il televisore ? situato nella camera da letto del bambino. La relazione televisione / iperalimentazione pu? anche operare attraverso comportamenti diversi, come la maggiore opportunit? di consumare spuntini quando si ? inattivi, o per l'influenza di programmi televisivi che pubblicizzano scelte alimentari o cibi, specie se questi ultimi sono ricchi di grassi e/o zuccheri.
di Eugenio E. M?ller * Facolt? di Medicina, Universit? di Milano
Fonte: repubblica.it
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