(25-06-08) Alimentazione: 1 mln di giovani italiane in lotta con il cibo
Italiani in crisi davanti al piatto.
Un disagio diffuso, che colpisce sempre pi? uomini e bambini, ma sembra accanirsi in particolare con le giovani donne: oltre un milione ? alle prese con seri problemi di alimentazione, soprattutto bulimia e anoressia.
Secondo gli specialisti di nutrizione che si riuniranno a Vicenza per il X Congresso Nazionale Ansisa (Associazione nazionale specialisti scienza alimentazione), dal 5 al 7 giugno, la situazione ? ormai preoccupante. E comporta rischi spaventosi, considerato che per le anoressiche il tasso di mortalit? ? fino a 12 volte maggiore rispetto alle coetanee sane, e di 1,5 volte superiore alle depresse.
"I dati epidemiologici ci dicono che in Italia, come negli altri Paesi
occidentali, anoressia e bulimia rappresentano un problema sociale e sanitario di grande rilevanza", sottolinea Roberto Ostuzzi, presidente del congresso, presidente Ansisa e responsabile del Centro disturbi alimentari Casa di Cura Villa Margherita, Arcugnano (VI).
"Se ? vero che le donne sono le pi? colpite, e che il 20-30% va incontro a una cronicizzazione, ? preoccupante anche la crescita del numero di maschi con un rapporto difficile con l'alimentazione".
Anche in questo caso, secondo lo specialista, si tratta di "un numero oggi rilevante" di persone. 'Cibo del futuro, futuro del cibo' ? il titolo del X Congresso, che sottolinea la volont? degli specialisti della nutrizione di interrogarsi su come intervenire nei prossimi anni per arrestare un trend che sembra ormai consolidato.
"L'Italia - riprende Ostuzzi - non ? pi? il Paese dagli ingredienti sani e
dalla dieta che tutto il mondo ci invidiava. Siamo anche noi travolti dal
fenomeno battezzato 'globesit?', comune a tutti i Paesi occidentali",
l'invasione di cibi spazzatura e dei conseguenti chili di troppo. "E'
necessaria un'inversione di rotta - raccomanda - che tenga conto delle
difficolt? delle persone alle prese con l'ago della bilancia e dei fattori
socioculturali che intervengono nella genesi di queste problematiche".
L'esperto punta il dito sulla valorizzazione della magrezza, sul mito del
successo, sulle elevate richieste di performance e sul timore del giudizio
altrui. Sono solo alcuni dei fattori che giocano un ruolo cardine
nell'insorgenza di patologie legate all'alimentazione, spiega.
I disturbi alimentari su molti siti internet vengono addirittura mitizzati,
come espressione della capacit? di autocontrollo e disciplina. Tra i fattori che possono predisporre, gli specialisti ricordano un modesto sovrappeso, abbinato a perfezionismo, all'inclinazione ad adeguarsi alle aspettative altrui negando i propri bisogni.
Ma anche una difficolt? di autonomia e autostima, problemi di identit?, insoddisfazione del proprio corpo. Inoltre ? sempre maggiore la frequenza con cui si incontrano ragazze che hanno una madre con
disturbo alimentare, e questo solitamente complica molto le cure.
Insomma, anoressia e bulimia 'ereditate' dalla mamma? "Nell'ultimo anno abbiamo registrato che, su 100 nuovi casi, ben il 20% ha queste
caratteristiche. D'altra parte i nostri studi ci dicono che fra le ragazze di
16 anni il 70% ? scontento del proprio corpo e vorrebbe dimagrire", spiega Ostuzzi.
Che se la prende anche con i fisici scultorei proposti dalle riviste
patinate, cos? difficili da eguagliare perch? lontani anni luce dalla realt?.
Diversi studi dimostrano che le ragazze che leggono abitualmente riviste di moda sono pi? soggette a comportamenti alimentari disturbati. Segno che anche il giro di vite sul 'giro di vita' delle modelle anoressiche non ha sortito gli effetti sperati.
Ma allora cosa fare? Per arginare la deriva alimentare italiana ? necessario uno sforzo congiunto, dice lo specialista dell'Ansisa.
Un tavolo di discussione che coinvolga istituzioni e comunit? scientifiche, ma anche aziende e media, famiglia e scuola.
"Spesso conta il voto pi? che la voglia di sapere, ma questo non deve
generare pressione alla performance. Il voto deve esprimere solo una
valutazione su quanto si ? studiato. La scuola, come la famiglia, pu? educare a imparare dai propri errori - raccomanda l'esperto - che non devono generare rimproveri, ma un momento di riflessione che aiuti ad apprendere.
? importante attuare nella scuola interventi di promozione della salute, dell'autostima, dell'immagine corporea, dell'attivit? fisica. Su questi punti ? importante concentrare gli interventi educativi", conclude Ostuzzi.
Fonte: Adnkronos Salute
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