(26-06-08) Una recente meta-analisi del Cochrane ha valutato l'utilit? della supplementazione del potassio nell'ipertensione primaria.
Studio 1: Una metanalisi non ha mostrato alcun effetto
Pazienti e metodi: Sei studi clinici randomizzati e controllati che hanno coinvolto 483 soggetti.
Risultati: la riduzione della pressione arteriosa sistolica e diastolica
osservata ? stata piuttosto elevata, ma in nessun caso ha raggiunto la
significativit? statistica (Pressione sistolica: -11.2 mmHg, 95% CI: da -25.2 a 2.7. Pressione diastolica: -5 mmHg -12.5 a 2.4). E' stata inoltre rilevata una sostanziale eterogenicit? tra i vari studi.
Bibliografia: Dickinson HO et al. Potassium supplementation for the
management of primari hypertension in adults. Cochrane Database Syst Rev. 2006 Jul 19;3:CD004641.
Studio 2: Sale addizionato di potassio
Un nuovo RCT americano ha verificato l'effetto dell'aggiunta di potassio al sale usato nelle case di cura.
Pazienti e metodi: RCT (in cucina) di 1981 ospiti in una casa di riposo per militari in congedo (et? media 74 anni). Il trattamento attivo consisteva nella sostituzione del normale sale da cucina con un sale arricchito con potassio (49% KCl/49% NaCl vs 99.6% NaCl del sale normale che ? stato usato nel gruppo di controllo) per un periodo di tempo pari a 31 mesi.
Risultati: Rispetto al gruppo di controllo, gli ospiti della casa di riposo
che usavano il sale arricchito di potassio hanno mostrato un outcome
cardiovascolare significativamente migliore - riduzione del 40% nel rischio di mortalit? cardiovascolare (hazard ratio normalizzato per et? = 0.59; 95% CI: 0.37-0.95) e una riduzione di $426/anno nella spesa ospedaliera per patologie cardiovascolari. Si veda il grafico in versione Acrobat.
Bibliografia: Chang HY. et al. Effect of potassium-enriched salt on
cardiovascular mortality and medical expenses of elderly men. Am J Clin Nutr. 2006 Jun;83(6):1289-96.
Studio 3: La concentrazione di potassio e il rischio di CVD.
L'effetto dei livelli serici di potassio sull'outcome cardiovascolare ? stato
studiato in una recente analisi retrospettiva nell'ambito del trial
internazionale HOPE.
Pazienti e metodi: Nel RCT originale 9297 pazienti ad alto rischio di
sviluppare eventi cardiovascolari sono stati assegnati a trattamento con
ramipril e/o vitamina E oppure placebo. In questa analisi, l'outcome nei
soggetti con livelli di potassio basali pi? elevati ? stato messo a confronto con quello dei pazienti con livello basale pi? basso.
Risultati: Un livello iniziale di potassio sierico elevato (? 5 mmol/L) non
ha mostrato effetti sull'outcome, ma bassi valori (< 3.5 mmol/L) sono stati associati ad un significativo rischio di un primo evento cardiovascolare (HR=1.44, 95% CI: 1.00-2.06).
Bibliografia: Mann JF. et al. Serum potassium, cardiovascular risk, and
effects of an ACE inhibitor: results of the HOPE study. Clin Nephrol. 2005 Mar;63(3):181-7.
COMMENTI
L'effetto dell'apporto nutrizionale di minerali cationici come il calcio, il
magnesio, il potassio e il sodio sulle malattie cardiovascolari resta
controverso. Il maggior dibattito negli anni si ? svolto sull'assunzione di
sodio, e in particolare sui suoi effetti sull'ipertensione. Sembra ora chiaro che l'eccessivo apporto di sodio ? probabilmente un fattore di rischio per ipertensione in soggetti predisposti ed in alcune etnie (e.g. Afroamericani) ed ? un importante fattore di rischio per la salute pubblica in molti paesi (ref. 1).
In questa pubblicazione tuttavia, l'argomento principale ? il potassio. Lo
stato biochimico di tutti questi minerali cationici ? reciprocamente
influenzato, il sodio e il potassio in particolare, e il potassio sembra
giocare un ruolo centrale rispetto agli effetti cardiovascolari di tutti gli
altri minerali (ref. 2-6).
La prova dell'importanza del potassio nelle patologie cardiovascolari arriva da fonti diverse. I risultati di numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato una relazione tra assunzione con la dieta di potassio e l'outcome cardiovascolare (morte, infarto, ipertensione, aritmia cardiaca e complicazioni renali conseguenti a CVD) (ref. 6-7).
Per esempio, uno studio osservazionale prospettico, che ha esaminato 27 fattori di rischio per mortalit? e eventi cardiovascolari, ha mostrato che il potassio assunto con la dieta (misurato tramite l'escrezione urinaria di potassio) era inaspettatamente un importante fattore protettivo sul rischio di mortalit? (in entrambi i sessi) e di eventi cardiovascolari sebbene solo negli uomini (ref. 8).
Riguardo all'ipertensione, elevati valori di potassio o un basso rapporto
sodio/potassio, sono stati associati a ridotti livelli di pressione arteriosa
in numerosi studi osservazionali, condotti su bambini, adulti, normotesi,
ipertesi ed in popolazioni di diverse nazionalit? (ref. 9-12). La ben
conosciuta sensibilit? degli Afro-americani all'effetto ipertensivo del sodio, sembrerebbe pi? marcata in condizione di deplezione di potassio (ref. 11).
E' stato inoltre dimostrato un effetto protettivo legata all'assunzione di
potassio nell'ictus cerebrale (ref. 13). Un effetto diretto del potassio ?
stato chiaramente dimostrato in studi animali (ref. 14), ma negli uomini ? evidente quanto e se questa associazione sia dipendente o meno dai valori di pressione arteriosa (ref. 15).
Altri potenziali fattori confondenti, come per esempio i cibi attraverso cui il potassio ? assunto (per esempio frutta e vegetali che possono avere un effetto protettivo di per s? sul rischio di eventi cardiovascolari) limita l'importanza che si pu? attribuire ai risultati di questi studi osservazionali. Inoltre, gli studi sulla relazione tra assunzione di potassio e patologia cardiovascolare sono limitati dallo stretto controllo che l'organismo esercita su tale elettrolita, tanto che i livelli tissutali non sono facilmente influenzabili tramite variazione nella dieta. Inoltre, i livelli di potassio sierico sono indicatori imprecisi della concentrazione di potassio nell'organismo, che ? in gran parte dipendente dalla concentrazione di potassio intracellulare (ref. 6). Tuttavia il recente studio 3 ha documentato che bassi livelli di potassio sierico sono in grado di predire eventi cardiovascolari.
Sarebbe pertanto utile considerare una seconda evidenza quale quella
derivante dagli studi riguardanti i possibili meccanismi attraverso i quali il potassio assunto con la dieta possa proteggere dalle malattie cardiovascolari. Questi possibili meccanismi includono: ridotta reattivit? piastrinica, attivit? antiaritmica (in particolare quando ? contemporaneamente aumentata l'assunzione di magnesio), l'inibizione della proliferazione vascolare delle cellule muscolari lisce, della formazione di radicali liberi e dell'ipertrofia cardiaca (ref. 6, 16-21). L'aumentata assunzione di potassio sembra esercitare un effetto protettivo anche sulla nefropatia indotta dall'ipertensione.
Tuttavia i dati pi? interessanti derivano dai trial clinici condotti
nell'uomo basati sull'effetto anti-ipertensivo legato all'assunzione di
potassio con la dieta. In tal senso, la recente metanalisi presentata nello Studio 1 e basata sui risultati di 6 trial clinici, non ha documentato alcun effetto.
Ma di certo questa pubblicazione non mette la parola fine su questo
argomento. Infatti, nonostante siano stati pubblicati con revisioni nel 2006, tutti i trial clinici inclusi nella meta-analisi sono datati almeno 15 anni.
Due altre meta-analisi su questo argomento, che hanno incluso un maggior numero di trial clinici condotti sia in soggetto ipertesi che normotesi, hanno documentato risultati positivi. Una di queste meta-analisi (pubblicata nel 2003) ha combinato i risultati di 27 trial clinici e ha documentato una riduzione di 2.42 mmHg della pressione sistolica e di 1.57 mmHg della pressione diastolica rispettivamente (con un effetto maggiore negli ipertesi) (ref. 22).
La seconda (pubblicata nel 1997) ha incluso 32 trial clinici e ha documentato una riduzione di 3.11 mmHg della pressione sistolica e di 1.97 mmHg della pressione diastolica (con una riduzione pi? marcata in coloro che assumevano eccesso di sodio) (ref. 23).
Pi? recentemente alcuni trial clinici randomizzati hanno documentato una riduzione della pressione arteriosa legata all'incremento dell'assunzione di potassio. Questo effetto ? stato dimostrato sia negli ipertesi che nei normotesi, sia in coloro che assumevano basse quantit? di potassio che in coloro che ne assumevano in quantit? sufficiente, sia nei bianchi che negli Afro-americani (ref. 24-29).
Pu? essere ipotizzato un particolare vantaggio nel combinare cambiamenti nella dieta con supplementazione di potassio e magnesio. Per esempio, combinare un'aumentata assunzione di potassio e magnesio con riduzione dell'apporto di sodio. In un recente trial clinico cinese la supplementazione con potassio e magnesio ha comportato una riduzione della pressione sistolica di 7.83 mmHg e della diastolica di 3.67 mmHg (ref. 30). Nonostante ci?, una metanalisi, basata
sugli effetti di tre trial clinici (tutti pubblicati pi? di 10 anni fa), non ha
dimostrato chiari benefici di un simile approccio (ref. 31).
La combinazione dell'effetto sulla pressione arteriosa della restrizione di
sodio con una dieta ricca in potassio ? stata anche valutata in altri trial
clinici. Un tale approccio ? stato dimostrato efficace in alcuni recenti trial
clinici (ref. 32-33). Lo studio 2, pubblicato di recente e condotto su una
popolazione ad alto rischio in un periodo di 2 ? anni, ha mostrato risultati molto confortanti in questo senso.
Tuttavia bisogna riconoscere che la quasi totalit? dei trial clinici condotti
su questo argomento presenta delle limitazioni, quali per esempio scarsa numerosit? del campione e breve periodo di osservazione. Inoltre la riduzione della pressione arteriosa documentata da questi studi ? modesta se paragonata a quella osservata con l'utilizzo di farmaci antipertensivi. L'evidenza riguardo l'effetto su altri outcomes quali gli eventi cardiovascolari e l'ictus ? ancora meno convincente.
L'equilibrio ideale di potassio, calcio e magnesio da assumere con la dieta rimane pertanto una pura speculazione. Molte patologie (per esempio l'insufficienza renale) e farmaci (per esempio diuretici)influenzano i livelli di potassio e livelli sierici eccessivamente alti sono certamente pericolosi (ref. 4). Pertanto, occorre certamente cautela nel raccomandare l'assunzione di tale elttrolita.
Tuttavia nel complesso siamo ottimisti. Gli studi disponibili in letteratura
suggeriscono che l'assunzione di potassio con la dieta possa giocare un ruolo nel ridurre il numero di eventi cardiovascolari, in particolare quando la dieta ? particolarmente ricca di magnesio e calcio e povera in sodio. Storicamente l'umanit? si ? alimentata in questo modo (ref. 6-7)!
Pu? essere lasciato al giudizio individuale di ogni medico l'opportunit? di
prescrivere supplementi di potassio (incluso l'uso nel sale da tavola). C'? tuttavia ragione di credere che la supplementazione di potassio funzioni meglio negli anziani, con valori limite di potassiemia. Noi supportiamo la raccomandazione di una dieta ricca di potassio negli individui che non presentino controindicazioni.
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dr. Tony Helman
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