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Le ricerche di Gerona 2005

(27-06-08) Allenare il cervello rende pi? intelligenti




Pi? intelligenti grazie a un allenamento 'ad hoc'.
Proprio come i muscoli, l'intelligenza aumenta grazie all'esercizio.
E se fino a poco tempo fa si credeva che il Qi (quoziente d'intelligenza) dei piccoli Einstein fosse fissato alla nascita, una nuova ricerca condotta da Susanne Jaeggi e Martin Buschkuel dell'Universit? del Michigan (Ann Arbor, Usa) suggerisce che le cose non stanno proprio cos?.
E che almeno un aspetto del nostro Qi pu? essere accresciuto allenando un certo tipo di memoria, quella detta 'di lavoro'.
La maggior parte dei test svela-Qi cerca di misurare due tipi di intelligenza, quella cristallizzata e quella fluida.
La prima sfrutta conoscenze ed esperienza per risolvere i problemi, grazie alle informazioni recuperate negli archivi della memoria a lungo termine. La seconda, invece, indica l'abilit? di comprendere le relazioni tra concetti, indipendentemente dalle conoscenze precedenti, per risolvere nuovi problemi.
Lo studio mostra che proprio questa 'fetta' del Qi pu? essere allargata, con un allenamento mirato della memoria di lavoro.
"Quando si tratta di aumentare l'intelligenza, molti ricercatori hanno pensato che non fosse possibile - dice Jaeggi - I nostri dati chiaramente mostrano che non ? cos?. Il cervello, infatti, ? pi? plastico di quanto noi stessi pensassimo".
I ricercatori, insieme al collega Walter Perrig dell'universit? di Berna (Svizzera), hanno pensato che se l'intelligenza cristallizzata lavora sulla memoria a lungo termine, quella fluida sfrutta le memoria a breve termine o di lavoro, che viene rievocata in modo pi? accurato.
Si tratta del tipo di memoria che sfruttiamo per ricordare un numero di
telefono da utilizzare per fare una chiamata, o un indirizzo mail, ma solo per poco tempo.
Insomma, per manipolare e usare informazioni che vengono solo
brevemente accumulate nella nostra mente. Per svelare i segreti
dell'intelligenza, i ricercatori hanno arruolato quattro gruppi di volontari,
allenando la loro memoria di lavoro con un complesso sistema di test, che sfrutta stimoli visivi e uditivi.
Le 'cavie umane' hanno eseguito mezz'ora di allenamento al giorno per otto, 12, 17 o 19 giorni.
Poi, dopo ogni fase di allenamento, i ricercatori hanno monitorato l'intelligenza fluida dei partecipanti, confrontandola con quella di alcuni gruppi di controllo che non si erano allenati.
"I nostri risultati chiaramente mostrano che l'allenamento di un certo tipo di memoria si trasferisce all'intelligenza fluida", dice Jaeggi.
Non solo. "Le persone con un punteggio pi? basso di intelligenza fluida
prima dei test, potrebbero beneficiare in modo particolare dell'allenamento".
E alla fine l'aumento dell'intelligenza fluida ottenuto con l'esercizio, pu?
migliorare anche il Qi generale di una persona. Un elemento importante, ricordano i ricercatori, per determinare il successo negli studi, la performance sul lavoro e i progressi di carriera.

Fonte: quotivadis

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