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Le ricerche di Gerona 2005

(25-08-08) ALLARME CALDO: FEGATO A RISCHIO PER 20 MILIONI DI OBESI




I risultati sulla riduzione del peso non si faranno attendere cosi'
come i benefici sulla salute.
Rispetto al 2000, sia negli uomini che nelle donne, il tasso di obesita' e'
salito nel 2005 dell'1% negli uomini e dello 0,9% nelle donne. Anche le persone in sovrappeso sono aumentate dell'1,5% nei maschi ma solo dello 0,2% nelle femmine. Secondo l'Istat, i tassi relativi a sovrappeso ed obesita' quasi si triplicano sopra i 45 anni, fenomeno piu' evidente negli uomini. La classe di eta' che mostra i valori piu' elevati e' quella tra i 65 e i 74 anni e raggiunge circa il 70% negli uomini. Ma non e' solo un fatto estetico: quando l'ago della bilancia supera il peso forma si rischia la salute, in particolare la steatosi epatica. Il fegato grasso interessa il 25-30% della popolazione adulta, ma non e' piu' considerata una condizione innocua, e' la spia di una possibile malattia. Sono molti i fattori di rischio: obesita' gia' in eta' pediatrica, alcool, virus, dislipidemie, diabete di tipo 2, farmaci, deficit congeniti che confluiscono tutti verso un unico risultato, la steatosi. Questa segna l'inizio di una sofferenza epatica che, se protratta, evolve a steatoepatite, forma di infiammazione del fegato associata ad accumulo di grasso.
Quando trascurato, il danno puo' evolvere nel tempo a fibrosi e cirrosi per formazione di tessuto cicatriziale e a complicanze, anche se rare, quali l'epatocarcinoma. Se adottate le giuste precauzioni invece il fegato puo' ritornare al normale funzionamento.
Esistono anche prodotti (reperibili nelle farmacie), come l'associazione di silibina, fosfolipidi e vitamina E, stabilizzatori di membrana e anti-ossidanti naturali, in grado di 'depurare' il fegato grasso e rallentare il danno e che riequilibrano l'assetto metabolico del fegato. Dati clinici hanno dimostrato, in alcuni casi, la normalizzazione degli indici bio-umorali di funzionalita' epatica, quali le transaminasi (AST, ALT) e gamma-GT, oltre ad una diminuzione della steatosi e quindi dei trigliceridi nel fegato.

Fonte: AGI

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