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Le ricerche di Gerona 2005

(26-08-08) Fao: Popoli mediterranei rinnegano loro dieta e aumenta obesit



Roma- Sostenuta dagli esperti perch? oltre a far vivere a
lungo mantiene snelli e in buona salute, la dieta mediterranea vanta seguaci in tutto il mondo ma ? sempre pi? ignorata dai popoli che l?hanno inventata.
L'allarme ? del capo economista della Fao, Josef Schmidhuber, secondo cui negli ultimi 45 anni la famosa dieta basata sul consumo di frutta fresca e verdura, "? stata a poco a poco abbandonata ed ? oggi in uno stato moribondo proprio nei paesi in cui ha avuto origine".

La causa - secondo le conclusioni di uno studio di Schmidhuber presentato recentemente ad un seminario organizzato dal California Mediterranean Consortium che raggruppa sette istituzioni accademiche americane ed europee - ? da ricercarsi nell?accresciuto benessere, le abitudini alimentari delle popolazione mediterranee - sia della sponda sud che della sponda nord del mare nostrum - una volta modello per il resto del mondo, si sono oggi notevolmente deteriorate. "Le popolazioni mediterranee - sottolinea lo studio Fao - hanno impiegato il maggiore benessere per aggiungere una gran quantit? di calorie da prodotti animali e da grassi, ad una dieta tradizionalmente povera di proteine
animali". E il cibo che mangiano spiega Schmidhuber oggi ? "troppo grasso, troppo salato e troppo dolce". In 40 anni, dal 1962 al 2002, in 15 paesi europei esaminati l?apporto calorico giornaliero ? aumentato di circa il 20 per cento, passando da 2960 kcal a 3340 kcal. Ma in Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Cipro e Malta, che erano pi? poveri dei paesi del nord, l?apporto calorico giornaliero ? aumentato del 30 per cento.

"Un maggiore apporto calorico ed un minore consumo energetico - dice
Schmidhuber - hanno fatto s? che all?interno dell?Unione europea la Grecia sia oggi il paese con il pi? alto indice di massa corporea e la maggiore percentuale di persone soprappeso ed obese". Pi? di met? degli italiani, degli spagnoli e dei portoghesi sono in soprappeso. Allo stesso tempo vi ? stato anche un "grande aumento" nell?apporto calorico generale e nel carico glicemico delle diete dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. Tutti i paesi dell?Unione europea hanno ignorato le direttive dell?Oms e della Fao che raccomandano che i grassi non devono rappresentare pi? del 30 per cento dell?apporto energetico giornaliero totale. Ma la Spagna, la Grecia e l?Italia sono
ben al di sopra di quel limite e sono diventati i pi? grandi consumatori di
grasso dell?Unione europea. Il paese che ha registrato l?aumento pi? drammatico ? stata la Spagna, dove i lipidi costituivano solo il 25 per cento della dieta 40 anni fa e adesso rappresentano invece il 40 per cento.

Schmidhuber attribuisce il cambio delle abitudini alimentari non solo all?
aumento dei redditi e della condizione economica ma anche a fattori come il diffondersi dei supermercati, il cambiamento dei sistemi di distribuzione, al fatto che le donne lavorano e hanno meno tempo per cucinare, e che le famiglie mangiano fuori pi? di frequente, e spesso in ristoranti fast food. Allo stesso tempo il fabbisogno calorico ? calato, la gente fa meno moto e si ? passati ad uno stile di vita molto pi? sedentario. ? positivo comunque, fa notare Schmidhuber, che i popoli mediterranei continuano a consumare ancora frutta e verdura ed olio d?oliva. Ma in generale hanno smesso di seguire la dieta ereditata dai loro antenati, quella dieta che molti paesi mediterranei vorrebbero fosse inclusa nella lista del patrimonio mondiale dell?umanit? dell?
Unesco.

Fonte: www,velino.it

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