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Le ricerche di Gerona 2005

(04-09-08) Obesit? infantile, qualcosa sta cambiando




Per la prima volta dopo vent'anni i bambini americani sembravano ingrassare di meno. Merito di una campagna martellante contro le merendine e i pomeriggi davanti alla tv
MARIA RITA MONTEBELLI



La valanga potrebbe finalmente essersi arrestata. ? ancora presto per cantar vittoria ma, per la prima volta dopo vent’anni, le statistiche relative all’obesit? infantile negli Stati Uniti sembrano in frenata. ? ancora presto per parlare di flessione e non ? detto che le curve attuariali prenderanno finalmente la via della discesa, ma gli esperti lasciano trapelare un cauto ottimismo. Pi? che una vittoria, questo rappresenta semmai uno stimolo positivo a perseguire gli sforzi intrapresi nella lotta all’epidemia di ?globesit??, che non ha finora risparmiato neppure i pi? piccoli. Negli Usa come in Italia, pur se con enormi differenze regionali, un bambino su tre ? in sovrappeso e oltre il 15% obeso. Un’ipoteca pesantissima per la salute degli anni a venire che porter? l’intera generazione dei baby boomers a vivere meno dei loro genitori.

Il cibo, che nei telegiornali degli anni ‘60 veniva costantemente associato alle spaventose carestie dei Paesi in via di sviluppo e alla fame di quei popoli, ? oggi un nemico al contrario. Anzi, il terzo millennio ha fatto registrare uno storico sorpasso: a fronteggiare gli 850 milioni di persone che faticano a ottenere il pane quotidiano, c’? un esercito di oltre un miliardo e mezzo di persone in sovrappeso, tra i quali 400 milioni di obesi. Come dire, oggi il cibo uccide pi? per eccesso che per carenza. E il male affonda purtroppo le sue radici nell’infanzia, in quelle fasce d’et? tradizionalmente risparmiate dal grasso. Negli ultimi anni, impotenti di fronte a un flagello di tali proporzioni, gli esperti si sono sbizzarriti alla ricerca di un capro espiatorio.

Nascere con i cromosomi sbagliati pu? di certo predisporre a, ma non causare l’obesit?; e, comunque, nel breve spazio di due generazioni non ? plausibile che si generi una catastrofe evolutiva di questa portata. Persino gli indiani Pima, che oggi campeggiano nelle illustrazioni di tutti i libri sull’argomento come esempio di obesit? genetica, all’inizio del secolo, quando per mangiare dovevano andare a caccia, erano tutti magri. E, allora, la spiegazione va ricercata nel cosiddetto ?ambiente tossico ? nel quale viviamo.

Alimentazione e sedentariet?
? certo che una dieta a base di fast food e merendine non aiuta, ma anche la sedentariet? gioca un ruolo importante. E nei modi pi? impensabili. Qualcuno si ? preso la briga di calcolare che, un bambino italiano che trascorra una media di due ore davanti alla televisione, nell’arco di un anno viene bombardato da oltre 5 mila spot pubblicitari che lo invitano al consumo di cibi non necessariamente sani. Ma il problema sarebbe ancora arginabile se, dall’altra parte, tutte queste calorie in eccesso trovassero una via di uscita. Che non pu? essere quella dei pollici usati per giocare ai videogame o al computer. Ma anche in questo caso qualcosa sta mutando.

Li chiamano health-games o exergames e sono una nuova generazione salutista di videogame, che di fatto buttano gi? dalla poltrona e, secondo qualcuno, fanno anche perdere peso. Dopo il successo di Wii-Tennis, ? in arrivo sul mercato europeo Wit Fit della Nintendo, la palestra virtuale ideata da Shigeru Miyamoto, che in Giappone ha gi? venduto oltre 2 milioni di pezzi. Un successo annunciato anche dalle prevendite attraverso Amazon o Wal-Mart, che altri produttori di videogame, come la Ubisoft, sperano di bissare cavalcando l’onda vincente generata dalla campagna marketing della Nintendo. I dati (e qualcuno ? incoraggiante) L’analisi dei dati raccolti dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) dal 1999 al 2006, ha documentato uno stallo nella prevalenza dell’obesit?-sovrappeso dopo venticinque anni di crescita costante. Ancora presto per parlare di una vera e propria frenata, e di certo non si pu? considerare una vittoria, visto che il 32% dei bambini americani in et? scolare rimane saldamente nel range dell’obesit?-sovrappeso. I dati di questo studio provengono dalle migliaia di bimbi che hanno preso parte alle National Health and Nutrition Examination Surveys condotte dal Centro di Statistica Sanitaria dei CDC a partire dagli anni ‘60. Dall’esame degli ultimi due censimenti effettuati nel 2003-2004 e nel 2005-2006, ? emerso che il 16% dei bambini e ragazzi nella fascia d’et? 2-16 anni ? obeso (ovvero presenta un indice di massa corporea superiore al 95? percentile nelle curve di crescita): un disastro se si pensa che, negli anni ‘60-’70, a essere grasso era appena il 5% dei ragazzini. E tuttavia, dal 1999 la percentuale degli obesi-sovrappeso ? rimasta bloccata al 32%. Un dato dunque incoraggiante pur nella sua drammaticit?.

Ancora poco movimento
Ma l’attivit? fisica ? una cosa seria e non pu? essere demandata tutta a un videogioco, per quanto stimolante e tagliato su misura dei ragazzini. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanit? (Oms), in Europa una persona su cinque non svolge alcuna forma di attivit? fisica e almeno i 2/3 degli adulti non si muovono a sufficienza: con il risultato che, ogni anno, i cittadini dell’Unione Europea pagano un pegno pesante alla loro pigrizia, quantificabile nella perdita di 5 milioni di giornate di buona salute.

Eppure, basterebbe solo mezz’ora di moderato movimento fisico al giorno per dimezzare il rischio dei problemi inerenti all’inattivit? (malattie cardiache, diabete di tipo 2, obesit?, ma anche stress e depressione). Per studiare alcuni possibili correttivi a questa situazione e promuovere la pratica di una salutare attivit? fisica, ? stato messo in piedi di recente un network europeo (HEPA Europe) supportato dall’Oms. Perch? la questione del movimento fisico ? troppo importante e delicata per essere affidata solo alla buona volont? dei singoli. Per muoversi servono anche le giuste infrastrutture, parchi, aree giochi per bambini, piste ciclabili; anche, pi? banalmente, attraversamenti pedonali sicuri per accompagnare a piedi i bambini a scuola senza rischiare di essere falciati.

I laboratori del gusto
Il Movimento Difesa del Cittadino sta promuovendo un progetto europeo per la prevenzione dell’obesit? in et? prescolare (PERISCOPE, Pilot European Regional Interventions for Smart Childhood Obesity Prevention in Early Age; www.periscopeproject. eu). Il progetto, al quale partecipano anche Danimarca e Polonia, prevede tra l’altro anche dei laboratori del gusto che, di fatto, tenteranno di ?deprogrammare? i bambini dal linguaggio degli spot pubblicitari, per consentirgli di riscoprire il sapore degli alimenti attraverso i sensi e di descrivere con le loro parole riscoperte quali il profumo di una banana o la croccante fragranza di un morso di mela.

Negli Usa, dove manca una strategia nazionale di prevenzione dell’obesit?, non mancano tuttavia idee e buoni esempi. I nutrizionisti della Tuft University, per esempio, a Somerville hanno fatto raddoppiare la quantit? di frutta servita a scuola, tracciare strisce pedonali in tutta la cittadina per spingere la gente a camminare e promuovere programmi di attivit? fisica nel dopo-scuola. Nell’Arkansas sono state invece eliminati i distributori di merendine dalle scuole, ? stata aggiunta mezz’ora di attivit? fisica al giorno negli istituti e ai genitori vengono inviate speciali pagelle dell’obesit? per allertarli sui rischi per la salute dei bimbi grassi.

Un’ora di cammino, due ore di vita
Camminare ? l'attivit? fisica pi? praticata e anche quella con il minor numero di casi di abbandono. Non costa nulla e rappresenta letteralmente il primo passo verso una vita all'insegna della salute. Gli esperti dell'Associazione Americana del Cuore (American Heart Association) hanno addirittura calcolato che ogni ora di attivit? fisica, come camminare a passo veloce, ci pu? regalare due ore di vita. E se per gli adulti l'obiettivo da raggiungere ? una mezz'ora di attivit? fisica al giorno, possibilmente 5-6 giorni la settimana, per i bambini dai due anni in su l'attivit? fisica intensa, sotto forma di gioco, dovrebbe toccare almeno un'ora al giorno, anche spezzata in periodi di 15 o 30 minuti.

Ma una vita all'insegna della salute va costruita su solide fondamenta, a cominciare appunto dall'infanzia. Con lo scopo dichiarato di muovere guerra al grasso nei giovani e di bloccare entro il 2010 l'epidemia di obesit? infantile (negli Usa ci sono 11 milioni di bambini in sovrappeso e altri 13 milioni a rischio di diventarlo), l'American Heart Association e la Clinton Foundation hanno creato l'alleanza Healthier Generation, letteralmente, ?per una generazione pi? sana?.

La guerra degli snack
I campi di battaglia per vincere questa sfida sono stati individuati nelle scuole – alle quali ? dedicato il programma Healthy Schools – e nell'industria alimentare e della ristorazione. Nel primo caso, gli sforzi sono tesi ad aumentare le occasioni di attivit? fisica e di gioco a scuola, a dotare le scuole di macchine distributrici di snack e bibite sane, a fornire agli insegnanti risorse e materiali per diventare modelli di vita sana. Nel caso delle industrie, il programma ? piuttosto ambizioso e prevede di stimolare ristoranti e produttori a preparare in modo pi? salutare i cibi e le bevande destinati ai giovani. Intanto, nel 2006 l’Alliance for a Healthier Generation ha stilato un accordo in questa direzione con una serie di produttori di bevande: l'American Beverage Association, la Cadbury Schweppes Americas Beverages, la Coca-Cola Company e la PepsiCo Inc. Grazie a questo accordo, si ? stabilito che 35 milioni di bambini americani troveranno a scuola solo bevande a ridotto contenuto di calorie.

?Dobbiamo portare i bambini a fare scelte giuste per la loro salute – riflette Robert Eckel, ex presidente dell'American Heart Association , convincendoli che questo li porter? a correre pi? veloci, a saltare pi? in alto e anche a essere pi? brillanti. Non ha senso cercare di persuaderli dicendo che un gruppo di adulti ha stabilito che questo sia giusto per loro?.

Sulla scia di questa convinzione, a parlare di salute ai bambini ? stato chiamato Nickelodeon, un cartone animato molto seguito da questa fascia d’et?, con il quale ? stata realizzata una campagna salutista a base di show televisivi, giochi sul Web e altro. Sul sito dell’Alliance, invece, i bambini trovano una serie di figurine che possono essere stampate come adesivi da appiccicare qua e l? in giro per la loro stanza o su una specie di diario per sottolineare quanto fanno di buono per la loro salute giorno per giorno: per esempio, oggi ho mangiato verdure, ho giocato a skateboard, ecc. Tante piccole idee per crescere forti e sani.


Fonte: www.lastampa.it

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