(24-09-08) Cibi tossici e adulterati, il record ? della Cina
La Cina ? il Paese che ha ricevuto dall'Unione Europea il maggior numero di notifiche per l'esportazione di prodotti alimentari irregolari perch? contaminati dalla presenza di micotossine, salmonella, e additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge. E' quanto afferma la Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta comunitario per alimenti e mangimi nel 2007, in riferimento ai 432 casi di neonati ammalati in Cina con calcoli renali per aver consumato latte in polvere contaminato dalla melamina, un composto usato nella plastica, nei fertilizzanti e nei prodotti di pulizia.
Su un totale di 2933 notifiche ben 390 sono state rivolte alla Cina per pericoli derivanti sopratutto dalle contaminazioni dovute a materiali a contatto con gli alimenti per la migrazione, non solo di certi metalli pesanti (principalmente cromo), ma anche di ammine aromatiche, ftalati ed adipati. Numerosi peraltro anche i casi di presenza di residui di farmaci veterinari o di micotossine.
Attacca in una nota la Coldiretti: "Si tratta della conferma della presenza di gravi difficolt? da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale. Il latte in polvere contaminato ? dunque solo l'ultimo caso che getta un'ombra sulla campagna di immagine sulla sicurezza avviata dal Governo cinese dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi. Nel Paese asiatico si ? registrato un aumento del 27 per cento delle morti per avvelenamento da cibo nel 2007 rispetto all'anno precedente e le autorit? sono intervenute con il ritiro delle licenze per la produzione a centinaia di industrie alimentari per problemi legati alla sicurezza".
Ma questi prodotti arrivano in Italia? Nel 2007, sottolinea la Coldiretti, sono quasi triplicate le importazioni di pomodoro concentrato dalla Cina per un quantitativo che equivale a circa un quarto dell'intera produzione di pomodoro coltivata in Italia. Se il pomodoro in scatola rappresenta circa un terzo del valore delle importazioni nazionali, con un quantitativo di 140 milioni di chili, dalla Cina arrivano anche aglio, mele e funghi in scatola. Di fronte all'estendersi dell'allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre immediatamente estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire cos? la sicurezza dei cittadini.
Fonte: Ufficio stampa Coldiretti 2008.( YAHOO! SALUTE)
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