(21-10-08) L'allegria allunga la vita, lo rivela maxi-studio
Se sorridi alla vita, la vita ti sorrider?. E soprattutto si allungher?. Sembra, infatti, che affrontare gli impegni di tutti i giorni senza gioia e allegria moltiplichi i rischi di una morte prematura. A mettere in guardia brontoloni e anime tristi ? uno studio nipponico, pubblicato su 'Psychosomatic Medicine'. Secondo la ricerca, firmata dal team di Toshimasa Sone della Tohoku University Graduate School of Medicine di Sendai, a insidiare la vita dei 'calimeri' sono soprattutto gli acciacchi cardiovascolari, ma non mancano pericoli diversi: i ricercatori puntano il dito sul suicidio.La ricerca ? la pi? vasta mai realizzata finora per investigare su come l'ikigai - ovvero la gioia e il senso di benessere legato al semplice fatto di essere vivi - influisca sulla mortalit?. I ricercatori hanno arruolato 43.391 uomini e donne dai 40 ai 79 anni, tutti residenti nella regione di Ohsaki, seguendoli per 7 anni. In questo lasso di tempo 3.048 persone sono morte. All'inizio dello studio tutti hanno dovuto compilare un questionario, e alla domanda sulla presenza o meno di ikigai nella propria vita, il 49% ha risposto affermativamente, il 36,4% si ? detto incerto e il 4,6% ha detto di no. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che le persone prive di ikigai sono risultate anche pi? spesso single, disoccupate o comunque senza lavoro, meno istruite, con pi? problemi di salute, pi? stressate e soggette a dolori fisici. Dopo aver aggiustato i dati per tener conto anche di questi fattori, i ricercatori nipponici hanno scoperto che le persone prive di senso di ikigai erano comunque pi? a rischio di morire nei 7 anni di osservazione, rispetto ai coetanei che conoscevano la gioia di vivere. Una relazione indipendente anche da una storia di malattie o abuso di alcolici. Insomma, sembra proprio che sorridere alla vita regali anni in pi?.Ma quanto ? grande la spada di Damocle che pende sul capo dei 'calimeri'? In generale, le persone prive di ikigai sono risultate il 50% pi? a rischio di morire per qualsiasi causa nel periodo di follow-up rispetto ai coetanei ben consapevoli della bellezza della vita. Inoltre, nel caso di eventi mortali esterni (differenti cio? da malattie) si ? visto che su 186 morti ben 90 erano dovute a suicidio.
Fonte: quotivadis.it
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