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Le ricerche di Gerona 2005

(23-10-08) Con la perdita dei sensi, si previene l'infarto



Descrizione e modalit? di aggiornamento

Nelle prime due ore successive a un'emozione intensa, il rischio di essere colpiti da infarto raddoppia. A restare vittime di svenimenti sono spesso i giovani, in sei casi su dieci si tratta di donne che svengono anche pi? volte al mese. Ricercatori italiani hanno dimostrato che lo svenimento rappresenta un meccanismo di difesa per il cuore, riducendo la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca in un momento critico, quale uno spavento o una forte emozione. A dare la notizia ? il Corriere della Sera.

?Come per esempio accade - scrive il quotidiano milanese - in chi ? affetto dalla rara sindrome di Stendhal, che solo quest'estate a Parigi ? stata causa di una ventina di svenimenti. O mancamenti. Capogiri, vertigini, stati confusionali, svenimenti al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza?.

?Meno rari invece - prosegue - i mancamenti da forti emozioni, amore o paura. Frequentissimi nelle dame (a volte simulati) dei secoli scorsi, raccontati in libri rosa, opere liriche, pellicole senza sonoro degli esordi del cinema. Con la frase di rito: "Presto i Sali". Oggi fuori moda. Perdere i sensi davanti al sangue o in sala parto, un classico da neopap?, non ? poi cos? raro nemmeno oggi. Ma si tiene nascosto, per vergogna?.

?Di colpo - spiega il Corriere della Sera - la vista si annebbia, le gambe cedono e il mondo intorno scompare. Spiega Paolo Alboni, cardiologo dell'ospedale di Cento (Ferrara), uno degli autori della ricerca: "Svenire ? una specie di breve blackout della coscienza molto frequente: a una persona su due capita di perdere i sensi per colpa di un'emozione intensa nel corso della vita. Spesso la vittima ? giovane. Chi sa di perdere facilmente i sensi alla vista del sangue, per uno spavento, una brutta notizia o perfino per colpa di rumori od odori sgradevoli, vive nell'ansia che lo svenimento si ripeta: per la paura di farsi male cadendo, ma soprattutto per la preoccupazione che il problema implichi la presenza di malattie gravi"?.

?Sbagliato - si legge - lo svenimento ? un ottimo meccanismo di difesa per il cuore, come sostiene lo studio italiano pubblicato sulla rivista Clinical Autonomic Research. Primi autori Paolo Alboni, Marco Alboni (universit? di Sassari) e Giorgio Bertorelle (universit? di Ferrara). "Lo svenimento comune, chiamato sincope vasovagale - spiega Paolo Alboni - ? una perdita di coscienza di breve durata che si risolve da s?, provocata da una riduzione dell'apporto di sangue e quindi di ossigeno al cervello. Deriva da un riflesso del sistema neurovegetativo che causa una dilatazione dei vasi sanguigni e una riduzione della frequenza cardiaca. La pressione arteriosa massima scende fino a 40-50 mentre i battiti del cuore passano da 70-80 al minuto a 30-40: il cuore, perci?, si affatica meno"?.

?Colpa delle catecolamine - continua il Corriere della Sera - ormoni che aumentano la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca ed il consumo di ossigeno. Il rischio di attacco cardiaco ? doppio rispetto alla norma nelle prime due ore dopo uno spavento o una forte emozione. Grazie allo svenimento, invece, il cuore rallenta e lavora pi? facilmente. Si autoprotegge. "Il riflesso - riprende Alboni - ? presente in tutti i vertebrati, con forti rallentamenti della frequenza cardiaca. Ma solo nell'uomo si pu? avere lo svenimento. A causa della posizione eretta e del grosso cervello, che utilizza circa il 20% del flusso sanguigno. E' proprio un meccanismo di difesa"?.

?Che fare di fronte a qualcuno che sviene? - conclude il quotidiano milanese - "Distenderlo sollevando le sue gambe per aumentare il flusso di sangue al cervello e accelerare cos? la ripresa della coscienza. E nessuna paura: il cuore ? protetto", parola di Alboni?.

Fonte: edott.it

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