(14-11-08) Stress e depressione peggiorano prognosi cancro seno
Stress e depressione nemici giurati delle donne che stanno combattendo la loro battaglia contro il cancro al seno: peggiorano, infatti, la prognosi, rendendo ancor pi? in salita la strada per mettere ko la temibile malattia. La conferma arriva da uno studio italiano ancora in corso, condotto su 145 pazienti operate di tumore al seno, et? media 55 anni, reclutate nel servizio ambulatoriale e al day-hospital della struttura complessa di oncologia clinica dell'azienda ospedaliero - universitaria Arcispedale S. Anna di Ferrara. "Dai dati che stanno emergendo dallo studio - spiega in una nota Tullio Giraldi, ordinario di farmacologia dell'universit? di Trieste, anticipando alcuni aspetti della ricerca che verr? presentata al congresso della Societ? italiana di psiconeuroendocrinoimmunologia, in programma a Roma dal 24 al 26 ottobre - appare con evidenza che eventi di vita stressanti, e tra questi certamente la difficolt? di adattamento mentale al cancro dopo la diagnosi e l'inizio della cura, possono modificare l'evoluzione della malattia, non solo in termini di aumentata crescita neoplastica, ma anche di maggiore diffusione delle metastasi, e soprattutto di minore risposta al trattamento chemioterapico, la cui efficacia pu? essere addirittura abolita dallo stress e dalla depressione". Dallo studio emerge inoltre che fattori genetici costitutivi di ciascun individuo, come il cosiddetto 'polimorfismo del trasportatore della serotonina' ovvero il neurotrasmettitore del buon umore, possono aumentare la vulnerabilit? alla sofferenza mentale causata dalla diagnosi e dalle terapie della mammella. Ci? apre interessanti prospettive per l'impiego, nelle persone geneticamente predisposte, di farmaci antidepressivi scelti anche in base allo specifico assetto genetico del paziente. "L'integrazione di questi approcci ai trattamenti standard - conclude il ricercatore - potr? cos? consentire una maggiore attenzione e una pi? agevole identificazione della sofferenza mentale delle singole persone, il cui trattamento neuropsicofarmacologico potr? essere individualizzato aumentando la possibilit? di ottenere evidenti riposte terapeutiche".
Fonte: univadis.it
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