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Le ricerche di Gerona 2005

(21-11-08) Lo studio, stesso interruttore per odio e amore nel cervello




Il poeta latino Catullo lo sospettava gi? nel I secolo a.C., ma oggi gli scienziati britannici lo hanno dimostrato: uno stesso interruttore nel cervello accende odio e amore. Ma se il secondo sentimento ? 'cieco', l'odio sarebbe pi? razionale. Questi due sentimenti estremi e opposti sono dunque legati a doppio filo nella nostra mente, tanto che gli stessi circuiti cerebrali responsabili dell'odio sono attivati nel caso dell'amore romantico. A fotografare questi meccanismi ? stato il team di Semir Zeki, dell'University College di Londra, in uno studio condotto usando uno scanner cerebrale e pubblicato su 'Plos One'. I ricercatori hanno 'fotografato' la mente di un gruppo di volontari che erano impegnati a guardare la foto di qualcuno che detestavano di cuore. Cos? hanno scoperto che il circuito dell'odio ha pi? di qualcosa in comune con quello dell'amore.Un risultato che potrebbe spiegare perch? odio e amore possono portare a gesti simili e di tipo estremo, eroici o delittuosi, spiega Zeki. "L'odio - dice il ricercatore al quotidiano 'The Independent' - ? spesso considerato una passione demoniaca che, in un modo migliore, dovrebbe essere contrastata, ridotta e alla fine cancellata. Ma per i biologi si tratta di una passione che suscita lo stesso interesse dell'amore. Proprio come il suo opposto, infatti, spesso sembra irrazionale e pu? portare le persone a comportamenti eroici o terribili. Ma in che modo due passioni cos? differenti possono spingere verso gesti simili?". Per capirlo gli studiosi hanno deciso di guardare nella mente di un gruppo di persone. Nello studio sono stati coinvolti alcuni volontari, 17 dei quali professavano un odio viscerale e profondo per qualcuno. Molti hanno indicato un ex partner o un rivale in ufficio, e una donna ha indicato un famoso esponente politico. Ebbene, i ricercatori hanno analizzato l'attivit? dei circuiti neurali che si accendevano nel cervello dei volontari alla vista del volto della persona odiata. Cos? gli scienziati hanno scoperto che i circuiti dell'odio includono parti del cervello (putamen e insula) note per essere collegate a disprezzo e disgusto, ma anche in parte al sistema necessario per controllare movimento e azione. "Ma, cosa ancor pi? significativa, putamen e insula sono attivate anche dall'amore romantico - precisa Zeki - In particolare, il putamen potrebbe essere coinvolto nella preparazione di azioni aggressive in un contesto passionale, come ad esempio situazioni in cui un rivale rappresenta un pericolo". Precedenti studi avevano suggerito che l'insula poteva avere un ruolo nelle risposte a stimoli stressanti. "Avere a che fare con un volto amato o con uno odiato pu? costituire un segnale di questo tipo", riflette lo studioso. Una delle maggiori differenze tra odio e amore sembra essere collegata alla razionalit?. Larghe parti della corteccia cerebrale - associate con giudizio e ragionamento - sono disattivate nel caso dell'amore, mentre questo accade solo in piccola parte per l'odio. "Pu? sembrare sorprendente, dal momento che questo sentimento nero consuma e brucia come il suo opposto. Ma se nell'innamoramento spesso si ? ciechi e assolutamente poco critici nei confronti dell'amato, nel caso dell'odio le nostre indagini rivelano che siamo pi? razionali: spesso si calcolano bene prima le mosse mirate a danneggiare il nemico o a vendicarsi per qualcosa". Non solo. L'attivit? del circuito cerebrale dell'odio sembra proporzionale alla forza del sentimento dichiarato: pi? si detesta qualcuno, pi? l'interruttore nel cervello si 'surriscalda' e brucia, proprio come diceva Catullo oltre duemila anni fa.

Fonte: Adnkronos Salute

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