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Le ricerche di Gerona 2005

(03-03-03) Infarto: Studio italiano, un ormone-spia per capire chi rischia di pi?


Un 'ormone-spia' aiuta a riconoscere le persone piu' a rischio di infarto. La scoperta e' tutta italiana e pubblicata sull''American Journal of Cardiology'.
Lo studio dimostra che una sostanza prodotta dalle cellule cardiache e nota con la sigla 'Bnp' (Brain Natriuretic Peptide) puo' svelare la presenza di aterosclerosi alle coronarie e indicare la gravita' dell'ostruzione.

L'indagine, spiega Palazzuoli in una nota, ''ha coinvolto 88 pazienti divisi in tre gruppi comprendenti le tre varianti cliniche della cardiopatia ischemica: angina stabile, cioe' quella in cui il tipico dolore al petto irradiato al giugulo (parte anteriore e bassa del collo ndr) e al braccio sinistro avviene durante uno sforzo; angina instabile, che si manifesta con dolore a riposo o per sforzi minimi, e infarto del miocardio, in cui la sintomatologia e' protratta e associata a morte cellulare''. Ed ecco i risultati delle osservazioni. ''Abbiamo valutato i livelli di Bnp in queste persone con cardiopatia ischemica - prosegue Palazzuoli - e abbiamo rilevato che i pazienti con una malattia aterosclerotica dei tre principali vasi coronarici hanno livelli di ormone maggiori rispetto a quelli affetti dalla stessa patologia su uno o due vasi. Inoltre, i livelli di Bnp crescono se la malattia interessa il vaso piu' importante, cioe' l'arteria interventricolare anteriore''. In pratica, precisano gli autori, questo si traduce in un aiuto molto importante per il medico, non solo per valutare quanto il paziente e' a rischio, ma anche per impostare il tipo di terapia e l'intensita' piu' adatta. La produzione dell'ormone - evidenziano i ricercatori - rappresenta una difesa, da parte del cuore, contro il danno ischemico prodotto dall'aterosclerosi e costituisce quindi un 'marker' importante per valutare la diffusione di questa malattia. Cosa fare dunque in presenza di un quadro clinico di cardiopatia ischemica e di alti livelli di ormone Bnp? ''Nelle sindromi coronariche acute - conclude Palazzuoli - maggiori sono i livelli di Bnp e maggiore e' la possibilit? di andare incontro a eventi avversi futuri. Il dosaggio dell'ormone e' quindi in grado di individuare i soggetti in cui l'area ischemica del cuore e' molto estesa e che necessitano di coronarografia. In tali pazienti serve una terapia piu' intensiva con una rivascolarizzazione precoce''.

Fonte: AdnKronos

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