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Le ricerche di Gerona 2005

(07-12-08) Rischio cardiovascolare e colesterolo, ? la vigilia di una rivoluzione




La cattiva notizia: si possono avere livelli di colesterolo LDL (quello ?cattivo?) perfettamente nella norma ed essere comunque senza saperlo un soggetto a forte rischio cardiovascolare. Le buone notizie: c?? un metodo facile e veloce per capirlo e soprattutto c?? un trattamento che pu? abbattere drasticamente il rischio cardiovascolare in questi soggetti. Lo rivela uno studio presentato al congresso dell'American Heart Association in corso a New Orleans e pubblicato dal prestigioso New England Journal of Medicine.

L?aterosclerosi, nella sua genesi, nella sua progressione e soprattutto nel processo che rende instabile la placca ateromatosa, ? determinata oltre che dal colesterolo LDL anche dall?infiammazione. In presenza di infiammazione, la placca si ?attiva? ed ? questo processo a produrre il rischio di eventi cardiovascolari. Ma a volte il paziente non mostra livelli preoccupanti di colesterolo LDL, ma soltanto livelli elevati di proteina C reattiva (PCR).

Lo studio JUPITER (Justification for the Use of statins in Primary prevention: an Intervention Trial Evaluating Rosuvastatin) ha rivelato che la terapia con il farmaco anti-colesterolo rosuvastatina ha ridotto del 44 per cento l?incidenza di eventi cardiovascolari maggiori (infarto, ictus, rivascolarizzazione arteriosa, ricovero ospedaliero per angina instabile o morte per cause cardiovascolari) in uomini e donne con livelli elevati di proteina C reattiva ma livelli di colesterolo normali.

I risultati con rosuvastatina hanno inoltre evidenziato una riduzione prossima al dimezzamento (47 per cento) del rischio combinato di infarto, ictus e mortalit? cardiovascolare, un abbattimento superiore alla met? (54 per cento) del rischio di infarto, un calo del 48 per cento del rischio di ictus e una contrazione significativa (20 per cento) della mortalit? totale. Tali risultati si associano alla riduzione mediana del 50 per cento dei livelli di colesterolo LDL, scesi durante il trattamento in media a 55 mg/dL.

?Alla luce dei dati dello studio JUPITER probabilmente il modo di fare prevenzione cardiovascolare dei nostri medici di famiglia sta probabilmente per cambiare drasticamente?, avverte Giampiero Perna, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiologiche Mediche e Chirurgiche e Direttore SOD Complessa Cardiologia ?GM Lancisi? di Ancona. ?Innanzitutto identificheremo i pazienti che sono a rischio cardiovascolare anche se non lo sembrano: di solito una volta che i parametri clinici abituali tra i quali il colesterolo LDL hanno valori normali si sta tranquilli, invece pu? esserci un rischio importante, perch? magari per motivi genetici si tende a sviluppare processi infiammatori con maggiore facilit?, e il modo per capirlo ? misurare la proteina C reattiva. E poi se la PCR ? alta, bisogna trattare con rosuvastatina il paziente. Il trattamento con statine va esteso sensibilmente rispetto a ora, e preventivamente va anche valutato quali siano le statine pi? efficaci e in ogni singolo paziente le diverse necessit? terapeutiche?.

david frati (YAHOO! SALUTE)

Fonte: Ridker PM, Danielson E, Fonseca FAH, et al. Rosuvastatin to prevent vascular events in men and women with elevated C-reactive protein. N Engl J Med 2008; 359:2195-2207.
Hlatky MA. Expanding the Orbit of Primary Prevention - Moving beyond JUPITER. N Engl J Med 2008; doi 10.1056/NEJMe0808320.
O?Riordan M. JUPITER hits New Orleans: Landmark study shows statins benefit healthy individuals with high CRP levels. November 9, 2008. http://www.theheart.org/article/917181.do

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