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Le ricerche di Gerona 2005

(15-12-08) Pesce almeno due volte a settimana, ma mai fritto




Salmone affumicato re della tavola nel proteggere il cuore da infarto e ictus. Si parla di alimentazione al XXII Congresso Nazionale della Societ? Italiana per lo Studio dell?Aterosclerosi (SISA), in programma in questi giorni a Roma presso l?ATAHOTEL Villa Pamphili.
"La nostra societ? scientifica", dichiara Renato Fellin, presidente SISA ed Ordinario presso la Facolt? di Medicina e Chirurgia dell'Universit? degli Studi di Ferrara, "da anni studia la relazione tra fattori di rischio cardiovascolare ed aterosclerosi, ed ? proprio per questo motivo che riteniamo che una corretta prevenzione cardiovascolare inizi con il controllo dell?alimentazione. In una dieta equilibrata, infatti, non deve mai mancare il pesce e l?apporto degli acidi grassi omega-3 da essi derivati?.
Gli omega-3 sono una categoria di acidi grassi essenziali, indispensabili per il corretto funzionamento dell?organismo. Sono noti soprattutto per essere dei protettori del cuore, dato che riescono a ridurre i trigliceridi e ad aumentare il colesterolo buono (HDL). Gli omega-3 sono presenti in tutti i pesci in quantit? variabili, tuttavia gli esperti della SISA hanno stilato una ?speciale classifica? in cui sono indicati i pesci che ne sono pi? ricchi. Considerando quindi una portata standard da 90 grammi, il salmone contiene 1,83 g di omega-3, l?aringa 1,80, le sardine 0,90, il tonno 0,73, il merluzzo 0,46 e infine la sogliola 0,43.
Secondo gli esperti una buona ricetta "salvacuore" prevede per le persone sane l?assunzione di pesce almeno due volte la settimana, per assicurarsi circa mezzo grammo al giorno di omega-3, mentre per chi ha gi? avuto incidenti cardiovascolari ? necessario aggiungere al pesce integratori farmacologici a base di omega 3, cos? da arrivare ad assumere un grammo al giorno di questo particolare tipo di grasso.
?Secondo le ultime evidenze scientifiche", afferma Lucio Capurso, Primario di Gastroenterologia al San Filippo Neri di Roma, "c?? un rapporto diretto tra la quantit? di pesce che viene assunta e la riduzione del rischio di andare incontro a ictus o malattie coronariche. Sappiamo infatti che mangiare pesce almeno un paio di volte al mese garantisce una diminuzione del rischio di ictus pari al 10 per cento, se si passa a pi? di tre quattro volte al mese si pu? arrivare fino ad una riduzione del rischio pari al 30 per cento?.
Friggere il pesce per?, oltre ad essere un metodo non proprio sano per cuocere gli alimenti, riduce fortemente la presenza degli omega-3, per questo motivo gli esperti consigliano il pesce affumicato o alla griglia o ancora al forno, nessuna di queste cotture, infatti, modifica in modo significativo i legami degli alimenti.

Fonte: Ufficio stampa SISA 2008. ( yahoo! salute)

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