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Le ricerche di Gerona 2005

(22-12-08) Nuove associazioni tra sindrome metabolica e malattia cardiovascolare.




Definizione di sindrome metabolica
La sindrome metabolica ? caratterizzata dalla presenza di molteplici anomalie che includono obesit? addominale, dislipidemia, ipertensione, resistenza insulinica, microalbuminuria, stati pretrombotici e preinfiammatori.
Tali anomalie originano un aumento del rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica (CVD) e diabete mellito.
La sindrome metabolica ? diffusa in tutto il mondo e si prevede che la sua prevalenza aumenti drammaticamente negli anni futuri.
Il tasso di ricorrenza sta crescendo in modo esponenziale, specialmente nei bambini e nei giovani.
La tabella qui sotto descrive le tre tipologie di criteri che vengono comunemente usati per definire la presenza della sindrome metabolica. Il pi? recente, rilasciato dalla Fondazione Internazionale del Diabete (IDF), include un valore elevato del parametro girovita, in relazione al sesso ed al gruppo etnico, come criterio principale della sindrome metabolica.
Definizione dell’organizzazione mondiale della sanit? (WHO) (versione modificata)

Per definire la sindrome metabolica, WHO seleziona criteri da due diverse liste.
I pazienti devono rientrare in almeno uno dei seguenti parametri:
• livello di glucosio legato al plasma superiore a 10 mg/dL (6.1 mmol/L)
• iperinsulinemia (quartile pi? alto di insulina a digiuno nella popolazione non diabetica)
• diabete o minore tolleranza al glucosio
Devono soddisfare almeno due dei seguenti fattori:
• presenza di iperlipidemia (definita come livello di trigliceridi nel siero =150 mg/dL [1.7 mmol/L])
• livello di colesterolo LDL superiore a 150 mg/dL (1.7 mmol/L) o colesterolo HDL inferiore a 35 mg/dL (0.9 mmol/L)
• livelli pressori sistolici superiori a 140 mm Hg o quelli diastolici superiori a 90 mm Hg o pazienti gi? in trattamento per ipertensione
• obesit? (rapporto della circonferenza vita con la circonferenza dell’anca >0.9 o indice di massa corporea [BMI] >30 kg/m2)

Definizione del programma educazionale rispetto al colesterolo
Il programma educativo nazionale per il colesterolo (NCEP) definisce la sindrome metabolica secondo determinati criteri.
Il paziente deve soddisfare almeno tre dei seguenti parametri:
• il livello di glucosio legato al plasma superiore a 110 mg/dL (6.1 mmol/L)
• il livello di trigliceridi nel siero superiore a 150 mg/dL (1.7 mmol/L)
• il livello di colesterolo HDL nel siero inferiore a 40 mg/dL (1.04 mmol/L) nell’uomo o meno di 50 mg/dL (1.29 mmol/L) nella donna
• pressione sistolica superiore ai 130 mm Hg o diastolica superiore a 85 mm Hg o paziente in trattamento per ipertensione
• obesit? addominale (giro vita >102 cm nell’uomo o >88 cm nella donna)
Definizione della fondazione internazionale del diabete (IDF)
Come il WHO, l’IDF esamina due diverse categorie di condizioni per definire la sindrome metabolica.
Per diagnosticare una sindrome metabolica secondo la definizione IDF, il paziente deve essere obeso (secondo l’elevata circonferenza vita, rispetto al sesso ed al gruppo etnico) e rientrare in almeno altre due delle condizioni sotto elencate:
• il livello di glucosio legato al plasma superiore ai 100 mg/dL (5.6 mmol/L) o diabete mellito tipo II precedentemente diagnosticato
• il livello dei trigliceridi nel siero superiore a 150 mg/dL (1.7 mmol/L) o pazienti gi? in trattamento specifico
• il livello di colesterolo HDL nel siero inferiore a 40 mg/dL (1.04 mmol/L) nell’uomo o meno di 50 mg/dL (1.29 mmol/L) nella donna o pazienti gi? in trattamento specifico
• pressione sistolica superiore ai 130 mm Hg o diastolica superiore a 85 mm Hg o paziente in trattamento per ipertensione

Secondo IDF, il cut-off del giro vita nell’obeso viene determinato come segue:
• donne di origine europea – superiore a 80 cm
• uomini di origine europea – superiore a 94 cm
• donne di origine sud asiatica (cinesi e giapponesi) – superiore a 80 cm
• uomini di origine sud asiatica (cinesi e giapponesi) – superiore a 90 cm
• uomini e donne di origine americana (del sud e centrale)- stesso dato del sud Asia fino a quando non saranno fruibili dati pi? specifici
• uomini e donne di origine del Mediterraneo orientale, Medio Oriente, Sahara sub africano stesso dato del sud Asia fino a quando non saranno fruibili dati pi? specifici

Patofisiologia
Pu? comunque esser collegata all’obesit?, alla resistenza insulinica, alla dislipidemia, all’ipertensione, tutte cause che nascono da eccessi nel regime alimentare, da stile di vita sedentario e predisposizione genetica.
Bisogna effettuare ulteriori ricerche per determinare l’esatta eziologia di questa sindrome.

Legami tra sindrome metabolica e malattia cardiovascolare
Dall’uscita delle linee guida del NCEP sulla sindrome metabolica nel 2001, numerosi studi clinici pubblicati hanno dimostrato che soggetti con sindrome metabolica hanno il doppio delle possibilit? di sviluppare la malattia cardiovascolare e di aumentare il rischio di mortalit?.
Il pi? recente fra questi studi, che ha arruolato un campione di soggetti maschi di et? media, ha dimostrato che, tenuto conto di determinati fattori di rischio cardiaci, i soggetti con sindrome metabolica avevano una maggiorazione del rischio di morte e di morte cardiovascolare del 40-60%.
L’aumento del rischio ? stato riscontrato in tutti i gruppi, inclusi adulti ed adolescenti.
La maggior parte degli studi pubblicati negli anni 2000 si focalizzavano sul soggetto adulto maturo.
Comunque, uno studio pubblicato di recente ha provato che anche soggetti giovani possono correre maggior rischio cardiovascolare se affetti da sindrome metabolica.
I ricercatori hanno riscontrato che lo spessore dell’intima media della carotide (CIMT), marker di aterosclerosi e futuri eventi cardiovascolari, era aumentato nei giovani con sindrome metabolica. L’aumento del CIMT aumentava parallelamente al numero di fattori ascrivibili a sindrome metabolica nel paziente.
Uno studio pubblicato da McNeill e colleghi eseguito su una vasta coorte di popolazione che includeva soggetti anziani con et? media di 72 anni ha rilevato che anche negli anziani il rischio aumenta in presenza di sindrome metabolica.
Questo studio rappresenta la prova del legame tra sindrome metabolica e sviluppo della malattia cardiovascolare.
In un altro studio, pazienti con un’et? dai 70 ai 79 anni sono stati studiati per 6 anni.
I risultati di questo studio hanno dimostrato che la sindrome metabolica era associata ad un aumentato rischio coronarico e mortalit? cardiovascolare.
Un’altra osservazione interessante tratta da uno studio recentemente pubblicato ? che la sindrome metabolica porta un pi? elevato rischio di mortalit? a lungo termine in pazienti con malattia coronarica preesitente.
La disglicemia sembra esser responsabile per la maggior parte del rischio associato.

Controversia
Si discute ancora se i criteri della sindrome metabolica siano maggiori predittori di eventi cardiovascolari rispetto allo studio Framingham.
Dal momento che i criteri della sindrome metabolica non includono fattori di rischio maggiore e conclamati quali et?, fumo, livelli LDL di colesterolo sono considerati meno incisivi come fattori predittivi di eventi cardiovascolari rispetto allo studio Framingham.
Comunque, tra i soggetti con punteggio Framingham, quelli con sindrome metabolica hanno un maggior fattore di rischio di malattia cardiaca rispetto a quelli che non ne erano affetti.
Inoltre, l’aumento del grado di rischio di malattia cardiaca ? proporzionale al numero di fattori relativi alla sindrome metabolica; i soggetti maschi con 3 o pi? fattori ed i soggetti femmina con 2 o pi? fattori sono statisticamente pi? a rischio.
Il punteggio Framingham pu? essere utilizzato nel caso di predizione di eventi di malattia cardiaca a breve termine (<10 y), mentre i criteri della sindrome metabolica possono venire usati per predire eventi a lungo termine.
Comunque, l’utilit? della classificazione come sindrome metabolica quale fattore predittivo di malattia cardiaca ? discutibile e necessita di una miglior definizione.

Trattamento
Non ? ancora noto se specifici trattamenti dei vari aspetti della sindrome metabolica diano esiti migliori.
I cambiamenti dello stile di vita quali il perdere peso, il praticare esercizio aerobico, smettere di fumare, modificare la propria dieta migliorano in modo indipendente la resistenza insulinica ed il progredire del diabete mellito di tipo 2.
Anche se il miglioramento ottenuto tramite il cambiamento dello stile di vita ? limitato, per? bisogna comunque tenerne conto
La farmacoterapia riguarda la gestione di fattori di rischio conclamati (come ad es. ipertensione, obesit?, dislipidemia).

Qual ? la direzione futura?
La definizione di sindrome metabolica va rielaborata per meglio rappresentare un fattore predittivo di futuri eventi cardiovascolari.
Le definizioni fornite da WHO, NCEP, e IDF combinano fattori di rischio tradizionali e componenti della sindrome metabolica..
Servono ulteriori studi per determinare se il trattamento delle cause all’origine della sindrome metabolica (ad es. resistenza insulinica) d? esiti migliori rispetto agli interventi sui classici fattori di rischio cardiovascolari.
Fino a quando lo scenario non sar? pi? chiaro il trattamento dovr? avere come obiettivo i fattori di rischio conclamati.

Fonte: teamsalute.it

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