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Le ricerche di Gerona 2005

(23-12-08) Pubblicit? sugli alimenti dietetici: consumatori ingannati?



Nel 2000 i cittadini statunitensi hanno speso 28 miliardi di euro in prodotti dimagranti e in cibi pubblicizzati come salutari perch? ipocalorici o a basso contenuto di colesterolo. Miliardi spesi quasi tutti inutilmente. I consumatori sono caduti nella trappola della pubblicit? ingannevole. Da anni, infatti, si pubblicizzano cibi millantandone capacit? curative o di prevenzione.
"Non sempre esiste un protocollo scientifico a cui questi cibi devono essere sottoposti come invece accade per i farmaci. Un farmaco per essere immesso sul mercato deve avere comprovate capacit? curative che possono anche (in alcuni paesi) essere liberamente pubblicizzate; le supposte capacit? di 'prevenire l'osteoporosi' di un prodotto o di 'ridurre il colesterolo' di un altro prodotto sono principalmente delle trovate pubblicitarie perch? solo il 10 per cento dei cibi in commercio ? stato oggetto di studio clinico come si farebbe per un farmaco", sostiene un editoriale pubblicato sulla versione on-line della rivista British Medical Journal.

Il senso dell'affermazione ? che nella grande maggioranza dei casi non vi ? alcuna evidenza scientifica che i cibi confezionati promossi come salutari, di cui sono pieni gli scaffali dei supermercati e poi anche i nostri frigoriferi e le nostre dispense, abbiano un potere curativo o preventivo. L'Autorit? europea per la sicurezza alimentare (Efsa) aveva gi? fortemente ribadito questo concetto con un comunicato di qualche mese fa, ma ? andata anche oltre.

Da maggio 2008 ? entrato in vigore il nuovo codice europeo di regolamentazione della pubblicit? sul cibo secondo cui non ? permesso pubblicizzare le presunte virt? salutari di un prodotto senza una base scientifica che lo dimostri. La base scientifica deve essere documentata e dichiarata, non a caso negli spot pubblicitari fa sempre pi? capolino la frase "studi scientifici lo dimostrano". Attenzione, per?, anche questo non deve trarre in inganno: per essere valido uno studio deve avere un campione di riferimento molto ampio e selezionato correttamente, deve poter contare su una valutazione statistica che segua criteri scientifici e non si trasformi in un sondaggio che pu? essere modificato a piacimento.
I consumatori, dunque, siano attenti e in grado di non cadere nelle logiche perverse della pubblicit?: il cibo pi? salutare rimane quello fresco e genuino.

emanuela grasso ( YAHOO! SALUTE)

Fonte: Lean MEJ. Trading regulations and health foods. BMJ 2008; 337:a2408

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