(11-01-09) "Un po' di vino aumenta gli omega-3:scoperto un nuovo meccanismo per mantenere il cuore pi? sano"
Il vino fa buon sangue, si sa. I risultati di uno studio condotto dai Laboratori di Ricerca dell'Universit? Cattolica di Campobasso, in collaborazione con i Centri europei partecipanti al progetto IMMI- DIET, forniscono un originale sostegno scientifico a questo detto popolare.
Un consumo moderato di alcol aumenta infatti la quantit? di omega-3 nel sangue e nei globuli rossi. I risultati della ricerca saranno pubblicati sul numero di gennaio 2009 della rivista American Journal of Clinical Nutrition, organo ufficiale della Societ? Americana per la Nutrizione, ma sono gi? disponibili on line (www.ajcn.org). Lo studio dimostra che il vino pu? fare meglio di altri tipi di bevande alcoliche. Questo sembra essere dovuto,oltre all'alcol, anche ad altri composti contenuti nel vino. E potrebbe rappresentare la chiave per capire ilmeccanismo alla base dei noti benefici effetti sul cuore della bevanda di Bacco
.Lo studio IMMIDIET ha esaminato 1,604 persone provenienti da tre diverse aree geografiche: sud-est diLondra in Gran Bretagna, Limburgo in Belgio, e Abruzzo in Italia.
Grazie a una stretta collaborazione coni medici di medicina generale delle zone visitate, i partecipanti sono stati sottoposti a una visita medicagenerale e ad un prelievo di sangue. Hanno inoltre risposto a un questionario dettagliato sui propri stili divita incluse le abitudini alimentari e il consumo di bevande alcoliche."Gli acidi grassi omega-3, contenuti principalmente nel pesce, sono considerati protettivi per le malattiecardiache e la morte improvvisa- dice Romina di Giuseppe dei Laboratori di Ricerca dell'Universit?Cattolica di Campobasso e autore principale dello studio
Nonostante i meccanismi siano ancora poco chiari, c'? qualche evidenza che il consumo moderato di alcol possa influenzare il metabolismo degli acidi grassi polinsaturi, come gli omega-3 appunto. E' esattamente quello che emerge dalla nostra ricerca.Le persone che bevono quantit? moderate di alcol, un bicchiere di vino al giorno per le donne e due pergli uomini, hanno una maggiore concentrazione di omega-3 nel plasma e nei globuli rossi, indipendente-mente dalla quantit? di pesce consumato".
Per quanto questi risultati siano gi? positivi, ulteriori analisi hanno portato alla luce un aspetto ancora pi?interessante ed assolutamente originale. I ricercatori della Cattolica di Campobasso e dell'Universit?di Grenoble, in Francia, hanno infatti focalizzato l'attenzione sulle diverse bevande alcoliche per vederese gli alti livelli di omega-3 riscontrati potessero essere imputabili all'alcol oppure ad altre sostanze. Ed ilvino ne ? uscito vincitore."Da nostri studi precedenti sapevamo che c'? una associazione significativa tra consumo di alcol e au-mento delle concentrazioni di omega-3 - spiega Michel de Lorgeril, cardiologo ell'Universit? diGrenoble, co-autore dello studio e partner del progetto IMMIDIET -
Tuttavia, finora non era stato possibile separare gli effetti del vino da quelli della birra o di altri liquori. Il nostro studio, basato su tre popolazioni con diverse abitudini alimentari e differenti consumi di sostanze alcoliche, ci ha permesso diesplorare pi? a fondo questo aspetto".
"Le analisi effettuate sulle diverse bevande - dice Licia Iacoviello, dell'Universit? Cattolica di Campobasso, Coordinatore dello studio IMMIDIET- hanno mostrato che l'associazione tra alcol e omega-3 ?presente sia nei consumatori di vino che in quelli che bevono birra o altri tipi di liquori.
L'associazione tral'abitudine a bere vino moderatamente e i livelli di omega-3 nell'organismo ? risultata particolarmenteforte e significativa. Questo ci fa pensare che alcune sostanze presenti nel vino, piuttosto che l'alcol in s?,possano essere associate con l'aumento delle concentrazioni di acidi grassi omega-3. La possibilit? che sitratti dei polifenoli ? tutt'altro che remota".I polifenoli appartengono alla classedegli antiossidanti, contenuti in un'ampia variet? di cibi e bevande,tra cui il vino. Questi composti naturali, ritenuti capaci di ridurre i processi ossidativi causati dai radicaliliberi, non erano stati finora associati ai livelli di acidi grassi omega-3 nel sangue. Una combinazione vin-cente a difesa del cuore."Pensiamo che questi dati rappresentino un'autentica svolta- conclude il cardiologo francese - soprattut-to nel campo della prevenzione cardiovascolare. Oggi sappiamo meglio perch? bere un po'di vino fa beneal cuore. I nostri risultati sollevano inoltre importanti questioni circa gli effetti dei polifenoli sui lipidi (sianel sangue che nelle membrane cellulari) e dei lipidi sui polifenoli"..
Lo studio IMMIDIETFinanziato dall'Unione europea con la Key Action 1: Food, Nutrition and Health QLK1-CT-2000-00100, IMMIDIET punta a ottenere una conoscenza fondamentale nel campo delle malattie cardiovascolari, soprattutto perquanto riguarda l'interazione tra genetica e stili di vita.Al centro dello studio c'? un importante episodio della migrazione italiana: il Belgio, un Paese che ? diventato lanuova casa di migliaia di italiani, provenienti prevalentemente dall'Abruzzo, che sono andati a lavorare nelle miniere. Molti di questi emigranti non hanno fatto rientro in Italia ma sono rimasti nel loro nuovo Paese.
Alcuni diloro si sono anche sposati con belgi. Il loro patrimonio genetico ? rimasto ovviamente lo stesso ma quanta Italiac'? ancora nella loro dieta? E quanto hanno trasmesso ai loro coniugi? Non solo.
Quanti emigranti italiani hannoassimilato le abitudini alimentari del Paese ospite? In questo contesto, il ruolo dei fattori genetici e gli stili di vitapossono essere determinati per esplorare nuove strade nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Per porta-re avanti la ricerca, coppie sposate sono state reclutate in tre diverse aree europee: sud-est di Londra, Limburgo,in Belgio, e nella regione Abruzzo. Nella prima fase dello studio, le coppie sono state individuate nella stessa area,italiani sposati con italiani (in Abruzzo), belgi sposati con belgi (area del Limburgo) e inglesi sposati con loro
connazionali (sud-est di Londra).
La seconda fase del progetto IMMIDIET ha reclutato coppie miste italo - belgheper vedere se , acquistando abitudini alimentari tipiche dell'Abruzzo, il partner belga avesse cambiato il propriorischio per le malattie cardiache
Fonte: http://www.primapaginamolise.it
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