(11-03-06) Attenti alla sindrome di Highlander
Sono sempre di pi? gli atleti ?master? che praticano sport agonistico senza le dovute precauzioni
Si chiama sindrome di Highlander, o dell'immortalit?, riprendendo il titolo del celebre film degli anni '80 che decantava le gesta di un immortale. A soffrirne sono diversi anziani che conservano una spiccata tendenza competizione, autostima e sensazione di benessere. Colpisce pi? facilmente gli atleti che continuano l'attivit? dopo l'agonismo giovanile, o che, interrotta l'attivit? sportiva, la riprendono in et? avanzata, oppure sedentari che pretendono di diventare atleti in et? matura o avanzata.
■ Italia: la carica dei centenari
Sono over 35-40 anni, che partecipano a competizioni agonistiche fino agli 80 anni. Una passione per lo sport che pu? per? rivelarsi pericolosa, se non ?fatale?. A lanciare l'avvertimento agli indefessi amanti dello spirito agonistico ? Paolo Zeppilli, direttore della scuola di specializzazione di Medicina dello sport dell'universit? Cattolica di Roma, in occasione di un meeting sul tema, organizzato in collaborazione con i geriatri del dipartimento di Scienze gerontologiche del policlinico Gemelli di Roma. Gli atleti master, riferiscono gli esperti, sono un esercito: ?I partecipanti ai Word Master Games sono passati dai 9.305 della prima edizione di Toronto, nel 1985, ai 21.600 presenti a Edmonton nel 2005?. In Italia sono in prevalenza maschi, e rappresentano ben il 47,3% degli iscritti alla Fidal (la Federazione italiana di atletica leggera).
?Troppo spesso questi atleti sono erroneamente convinti che l'esercizio fisico possa preservare da qualsiasi stato patologico e tendono a minimizzare sintomi e fattori di rischio pregressi o attuali?, spiega Zeppilli. E le conseguenze sono spesso serie. ?In casi non sporadici - continua - gli atleti anziani presentano aritmie sotto sforzo, che possono essere molto pericolose e che sono pi? frequenti nei master rispetto agli atleti pi? giovani?.
Fonte: corrieredellasera.it
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