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Le ricerche di Gerona 2005

(01-05-09) Microrisvegli e qualit? del sonno




In tutti gli stadi del sonno possono comparire brevi risvegli parziali della durata di pochi secondi. Durante il sonno non-REM questi microrisvegli costituiscono il cosiddetto CAP (Cyclic Alternating Pattern, cio? l?andamento ciclico, non stabile dell?EEG). L'analisi dei microrisvegli e la distinzione tra sonno stabile e sonno instabile hanno una notevole importanza per valutare la qualit? del sonno notturno.

Stimoli sensoriali improvvisi somministrati durante il sonno inducono risposte cerebrali istantanee (microrisvegli) legate all?intensit?, al significato, al tempo e alla condizione durante i quali gli stimoli effettivi vengono applicati. Pertanto, nel mondo naturale, il cervello che dorme esplora e pesa tutte le informazioni filtrate attraverso i circuiti sensoriali preservando o modificando adeguatamente i suoi stati interni.
L?architettura di una notte di sonno emerge dall?equilibrio dinamico tra i vincoli del programma ipnico e le operazioni regolatrici che il cervello effettua per rispondere agli eventi perturbanti.

Possiamo vedere il giardino di sabbia come un arcipelago d?isole
rocciose nell?immensit? dell?oceano, oppure come cime d?alte montagne che emergono da un mare di nuvole. Possiamo vederlo come un quadro incorniciato dai muri del tempio, o dimenticarci della cornice e convincerci che il mare di sabbia s?espanda senza limiti e copra tutto il mondo.Italo Calvino, Palomar


Pertanto, il sonno disturbato ? instabile e frammentato da lunghe sequenze di microrisvegli che costituiscono sull?EEG un tracciato alternante ciclico o CAP (Cyclic Alternating Pattern). Il pattern bifasico del CAP, composto da una faseA (microrisveglio) e da una fase B (intervallo tra 2 microrisvegli adiacenti), ricorre con periodismo intorno ai 20-40 secondi. L?assenza persistente di microrisvegli configura invece una condizione di sonno stabile o "tonico" ed ? definita CAP o non-CAP. Pertanto, gli stadi del sonno non sono blocchi rigidi
ed uniformi, ma esprimono al loro interno periodi di oscillazione (CAP) e
periodi di stabilit? (non-CAP).
In realt? il CAP ? un ritmo endogeno del sonno normale, in cui i microrisvegli sono in gran parte spontanei.
In condizioni di sonno non perturbato, il numero medio dei microrisvegli per notte varia tra un minimo di 107 negli adolescenti e un massimo di 184 nei soggetti anziani.
Parallelamente, il CAP rate (vale a dire il rapporto percentuale tra tempo totale di CAP e tempo totale di sonno non-REM) si attesta fisiologicamente intorno al 30% nei giovani e al 55% negli ultrasessantenni. Nell?ambito della normale architettura ipnica, il CAP si comporta come una frizione che permette al motore dell?auto di cambiare marcia in base alle varie esigenze di percorso.
Il CAP accompagna infatti l?addormentamento, i risvegli e soprattutto le
transizioni dal sonno leggero al sonno profondo e viceversa.
Pertanto, il CAP ? l?espressione di un meccanismo operativo del cervello che rende flessibile gli stadi del sonno e nello stesso tempo presiede ai cambiamenti dinamici della sua macrostruttura.
Questo meccanismo di oscillazione della vigilanza esercita un?
azione di trascinamento sulle funzioni muscolari, comportamentali e
neurovegetative, che presentano un incremento dei loro indici durante la fase A ed un decremento durante la fase B.

Durante il sonno, tutto l?essere viene ricondotto allo stato in cui si trova la sua parte vegetativa durante la veglia. Dormire ? una specie di unificazione, di ritorno d?insieme allo stato di minima resistenza, al tipodi scambio semplice e uguale. Durante questa fase
, equilibrio apparente, reversibilit?.Paul Valere, Quaderni

In condizioni di apparente apartheid durante il sonno, in stato di cosiddetta ?assenza di coscienza?, il cervello ? in grado di preoccuparsi a tal punto della sua sopravvivenza da controllarne tutte le funzioni neurovegetative e comportamentali. La funzione biologica del CAP, che si esprime mediante fluttuazioni di natura elettroencefalografica, ? dunque indicativa di una funzione di unit?, dal momento che ad ogni fluttuazione nelle funzioni elettroencefalografiche corrisponde un?analoga fluttuazione nelle funzioni neurofisiologiche (frequenza cardiaca, attivit? respiratoria, pressione arteriosa, tono muscolare), quasi si trattasse di tenere insieme, per cos? dire, i ?pezzi? del cervello, nel momento in cui ? abbandonato a se stesso, perch? la coscienza del la veglia si ? ritratta.

Colui che abbia raggiunto una coscienza corretta intorno ai segni che si presentano nel sonno, trover? che essi hanno una grande importanza relativamente ad ogni cosa. L?anima infatti quando il corpo ? sveglio ? al suo servizio e, dividendosi in molti compiti, non ? mai in se stessa, ma dedica una parte di s? ad ogni facolt? di quello, all?udito, alla vista, al tatto, al camminare, ad attivit? dell?intera persona:
l?intelligenza non ? mai padrona di se stessa. Ma quando il corpo riposa, l?anima si desta e si muove, governa la propria casa e compie da sola tutte le azioni del corpo. Questo infatti quando dorme non percepisce mentre essa, essendo sveglia, conosce ogni cosa, vede ci? che ? visibile, ode ci? che ? udibile, cammina, tocca, soffre, riflette, nel piccolo spazio ove essa ha sede; quante sono le funzioni del corpo e dell?anima, tutte essa le adempie durante il sonno . Chi dunque sa discernere ci? correttamente conosce gran parte del sapere.

Fonte: teamsalute.it

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