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Le ricerche di Gerona 2005

(06-05-09) Allergie: gli italiani sono tra i pi? sensibili al mondo





Il primo nemico tra gli allergeni respiratori ? l'acaro.
Seguono la forfora del gatto e i pollini di graminacee e alberi. Le allergie respiratorie non risparmiano i bambini italiani, tra i pi? sensibili a livello internazionale. Lo rivela uno studio condotto in 12 Paesi, pubblicato sulla rivista Allergy. Scopo della ricerca, condotta su pi? di 2 mila bambini di et? inferiore ai 2 anni, particolarmente a rischio di sviluppare malattie allergiche per via di una spiccata familiarit?, quello di indagare lo stato di sensibilizzazione allergica nella primissima infanzia. L'articolo ? del settimanale Salute del Corriere della Sera.

?La prevalenza maggiore di sensibilizzazione allergica - spiega Salute - ? stata riscontrata nei bimbi australiani (83%), seguiti dagli inglesi (79%) e dagli italiani (76%). Il principale nemico tra gli allergeni respiratori? Di sicuro l'acaro della polvere di casa: ben il 24% dei bambini italiani studiati ? risultato sensibile, con un aumento notevole negli ultimi 10 anni.
Tra gli altri allergeni inalanti quelli pi? spesso chiamati in causa, in Italia come negli altri paesi, sono stati, in ordine di importanza, la forfora del gatto, il polline di graminacee, il polline di alberi (nel nostro Paese soprattutto cipresso e olivo), nonch? l'alternaria (una muffa)?.

?Il rischio di sensibilizzazione allergica - spiega Fernando Maria de Benedictis, direttore del dipartimento di pediatria dell'ospedale Salesi di Ancona - dipende sia dalla familiarit? sia da fattori ambientali. Nel primo caso, se i genitori hanno malattie allergiche ? pi? probabile che i figli le ereditino.
Se, infatti, entrambi i genitori sono affetti da rinite, asma o dermatite, il bambino ha circa il 60% di probabilit? di sviluppare una forma allergica,
mentre chi ha genitori non allergici ha un rischio di circa il 10%. Situazioni ambientali specifiche, tra cui per esempio l'esposizione al fumo passivo e all'inquinamento, possono favorire la sensibilizzazione. I fattori ambientali coinvolti sono comunque numerosi e va sempre fatta una valutazione incrociata?.


Fonte: edott.it

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