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Le ricerche di Gerona 2005

(14-05-09) Frutta e verdura in Italia sempre piu' sicure e 'a prova' di residui chimici.





Solo l'1,1% dei campioni analizzati ad hoc e' risultato 'fuori legge'.
Lo rivela la relazione della Direzione generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del Ministero del Welfare, presentata oggi a Roma nel corso del convegno 'La tutela dell'ambiente: garanzia della salubrita' e sicurezza del nostro cibo', organizzato da ministero e Consiglio nazionale dei chimici.





In totale sono stati analizzati 6.845 campioni ortofrutticoli (3.656 frutti
e 3.189 ortaggi): in due casi su tre gli esemplari sono risultati del tutto
privi di rimedi utilizzati per proteggere e curare le piante. Negli altri casi
il 32,2% rientra comunque nei limiti di legge, mentre solo 1,1% e' risultato irregolare, contro il 2,3% del 1995.

"In Italia questi alimenti oggi sono sicuri, anche piu' che all'estero - sottolinea Armando Zingales, presidente del Consiglio nazionale dei chimici - Dalla ricerca arrivano dati rassicuranti per gli italiani: possono essere certi che sulle loro tavole arrivano alimenti
controllati". Tra i campioni che presentano residui (fuori legge o no), alcuni ne contengono uno solo e altri piu' di un residuo di sostanze differenti.


"Negli anni si sono ridotti i casi di superamento dei livelli previsti, dunque si puo' parlare di una sempre maggiore sicurezza a tavola", sottolinea Romano Marabelli, a capo del Dipartimento per la Sanita' pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti del ministero del Welfare.

Marabelli dice "no agli italiani sceriffi al supermercato, in cerca di possibili problemi. I controlli si fanno, e dobbiamo assicurare ai cittadini che non serve il fai-da-te: tutto quello che i cittadini trovano sul bancone e in vendita e' e deve essere garantito".

"L'esperienza di questi anni ci ha insegnato che e' necessario - sottolinea il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, in un messaggio inviato oggi ai partecipanti - non solo
rafforzare le misure di controllo al momento dell'importazione degli alimenti, ma anche far si' che Paesi che non offrono sufficienti garanzie siano esclusi dalla lista di quelli autorizzati ad aesportare nel territorio comunitario". Secondo la Martini, "la catena alimentare italiana e' una delle piu' sicure al mondo". All'interno del Piano nazionale residui nel 2007 "sono stati analizzati 32.428 campioni - ricorda poi il sottosegretario - e sono state riscontrate 72 non conformita' (0,2%), di cui 41 per la categoria dei contaminanti ambientali".

L'indagine presentata oggi, invece, ha rivelato anche che, tra i
campioni contenenti residui (anche nei limiti di legge), nel 24% della frutta sono state rilevate tracce di piu' di una sostanza, mentre nei prodotti ortofrutticoli questo dato e' risultato molto piu' basso (4,1%). "Cio' non sorprende - spiega Zingales, perche' gli alberi da frutto sono trattati con piu' principi attivi e sono soggetti a piu' trattamenti nel loro ciclo di fioritura, fruttificazione e dopo la raccolta".

Insomma, "usando le normali cautele igieniche - interviene Fernando Maurizi, segretario del Consiglio nazionale dei chimici - cioe' lavare bene frutta e verdura, i rischi per i consumatori sono veramente bassi nel caso dei fitofarmaci. Soprattutto per quei tipi di frutta come agrumi e banane, che devono essere sbucciati in ogni caso prima del consumo".

"Occorre fare un ulteriore sforzo di formazione verso gli
operatori dell'agricoltura - prosegue Zingales - per aiutarli a scegliere i
prodotti e le tecniche di trattamento piu' efficaci per garantire la
produzione, senza comprometterne la genuinita'.

In particolare devono essere
rispettati i tempi che devono intercorrere tra l'ultimo trattamento e la
raccolta" di frutta e verdura. Inoltre nella sicurezza degli alimenti ha un
ruolo chiave quella che l'esperto chiama "professionalita' del chimico,
necessaria a ipotizzare e identificare fonti non codificate di contaminazione degli alimenti, dolosa o casuale. E' il caso del colorante cancerogeno Rosso Sudan, scoperto tempo fa in alcune partite di peperoncino dall'estero, il cui colore - ricorda - aveva incuriosito un chimico, che ha avuto la fantasia di cercare qualcosa che non era previsto nei protocolli".

Confrontando i dati
con quelli degli anni precedenti, la buona notizia e' che la percentuale di
irregolarita' negli ortofrutticoli ha subito una progressiva riduzione. "I
residui dei singoli pesticidi ingeriti ogni giorno dai consumatori
rappresentano - conclude il presidente dei chimici - una percentuale molto modesta rispetto alle dosi giornaliere accettabili, e molto al di sotto del livello di guardia.

Fonte: Adnkronos/Adnkronos Salute

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