(31-05-09) Malattie renali: una vera "epidemia"
In base a stime della Societ? Italiana di Nefrologia (SIN), negli ultimi 10 anni i pazienti in dialisi sono passati da 31.000 a 50.000, con un aumento percentuale, quindi, del 61,3%. Pi? in generale, "oggi il 12% della popolazione italiana soffre di malattie renali: si tratta, quindi, di circa 7 milioni di persone, costituendo una vera e propria malattia sociale. Il numero delle persone in dialisi, poi, cresce al ritmo del 4% all?anno. Aumentano soprattutto i pazienti anziani: di malattie renali soffre il 15% della popolazione con pi? di 50 anni, il 20% con pi? di 60 anni, il 25% con pi? di 70 anni. Del totale dei malati, il 6% ha una funzione renale inferiore al 50% della norma. A livello nazionale si tratta, quindi, di oltre 400.000 persone. Il 65% dei malati sono uomini, il 35% donne", questo l?allarme lanciato dal professor Francesco Locatelli, Presidente del Congresso Mondiale di Nefrologia, svoltosi in questi giorni a Milano.
Da una indagine effettuata recentemente i pazienti in trattamento dialitico a livello nazionale risultano circa 50.000 e i trapiantati renali 15.000. Ancora in base ai dati SIN, l?et? media dei pazienti ? di 58 anni: va dai 50 anni dei pazienti trapiantati ai 66 di quelli in dialisi. I dati del registro italiano di dialisi e trapianto, infine, evidenziano come il numero di pazienti sottoposti a sostituzione d?organo sia progressivamente aumentato anno dopo anno.
Gravi sono le patologie legate ai problemi renali: quasi un paziente su 3 ? diabetico o iperteso con rischi cardiovascolari. Sulla base del Report annuale 2008 del Registro italiano dialisi e trapianti della SIN, il 22.9% ? diabetico, il 28.5% ? iperteso, il 15.3% ? affetto da patologie cardiache e l?11.6% soffre di malattie vascolari. Nei pazienti con danno renale lieve o moderato la mortalit? cardiovascolare aumenta di 3-4 volte e ancora di pi? nei pazienti in dialisi, da 20 a 500 volte. Un?insufficienza anche moderata sta emergendo pertanto come nuovo e pesantissimo fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Di grande impatto epidemiologico, poi, la sindrome cardio-renale, che si osserva nei pazienti che hanno insufficienza cardiaca e contraddistingue quelli che hanno gradi pi? o meno spiccati di insufficienza renale.
Molti pazienti si rendono conto troppo tardi dell?insufficienza renale cronica, di fatto nell?imminenza dell?ingresso in dialisi. Questo processo di purificazione del sangue, sia che si svolga in ospedale nel caso dell?emodialisi sia in casa con la dialisi peritoneale, comporta un evidente peggioramento della qualit? della vita del paziente. Una delle difficolt? principali consiste nell'individuazione della malattia in una fase precoce dovuta spesso alla mancanza di sintomi fino alle fasi avanzate. Anticipare la diagnosi e quindi la cura risulta di grande importanza per allontanare di anni, se non addirittura evitare, la dialisi.
Fonte: Ufficio stampa Societ? Italiana di Nefrologia
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