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Le ricerche di Gerona 2005

(12-06-09) Anziani, uno su sei a rischio malnutrizione nell'Europa in crisi





Una ricerca inglese e una svedese indicano carenze significative negli ultrasettantenni

MILANO - Una delle conseguenze della crisi per gli anziani ? lo scadimento della qualit? (e della quantit?) della dieta: secondo uno studio inglese uno su cinque di loro salta i pasti per riuscire ad arrivare a fine mese, e una ricerca svedese conferma che un ?over 75? su sei ? a rischio di vera e propria malnutrizione. E se si pensa che in Italia le cose vadano molto diversamente basta dare un'occhiata alle mense gratuite, come quelle della Caritas, per accorgersi che i settantenni rappresentano una quota significativa delle persone che si mettono in fila per un pasto gratis.
I NUMERI? I dati raccolti dall'ente benefico inglese Age Concern and Help the Aged su 1.200 pensionati d'oltremanica mettono i brividi: due su cinque fanno fatica con le bollette dell'elettricit? e del gas, cos? uno su cinque decide di rinunciare al cibo e saltare almeno un pasto al giorno. Scivolando dritto dritto verso la malnutrizione che, come spiega la ricercatrice svedese Yvonne Johansson sull'ultimo numero del Journal of Clinical Nursing, ?riguarda quasi il 15 per cento degli anziani?. ?Abbiamo scoperto? specifica la Johansson, ?che il rischio cresce in chi pensa di avere scarsa salute e in chi ha problemi di depressione?. La ricercatrice scandinava ? arrivata a queste conclusioni studiando per cinque anni poco meno di 600 ultrasettantacinquenni; i suoi dati rivelano che le donne si nutrono male pi? spesso degli uomini, soprattutto se vivono da sole e se hanno pochi rapporti sociali. Con pochi o pochissimi soldi, soli, magari un po' depressi: difficile, in effetti, che in queste condizioni venga voglia di mangiare.
DEFICIT VITAMINICI? Cos?, ecco spuntare i deficit: secondo due ricerche apparse di recente sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, una delle carenze pi? frequenti e preoccupanti riguarda la vitamina D. Infatti, secondo i dati raccolti da ricercatori statunitensi e olandesi, un quarto degli over 65 ha un deficit consistente di questa sostanza e ci? si ripercuote negativamente in primo luogo sulla robustezza delle ossa. In realt?, non solo su quella: ?Erroneamente si crede che la vitamina D serva solo a combattere l'osteoporosi ? dice Maurizio Cutolo, reumatologo dell'universit? di Genova che da tempo studia gli effetti endocrini e immunitari della vitamina D ? La vitamina D, ad esempio, aiuta a combattere le infezioni. Quando nel passato le persone malate di tisi venivano spedite nei cronicari a esporsi al sole, lo si faceva a ragion veduta: il sole aumenta infatti la sintesi di vitamina D e questa, lo si ? scoperto negli ultimi anni, attiva la produzione di proteine antimicrobiche utili a eliminare i germi. Gli anziani in effetti hanno spesso una carenza di vitamina D perch? la loro dieta scarseggia di cibi freschi e colesterolo, precursore importante della vitamina. E anche perch? tanti passano la maggior parte del tempo al chiuso, senza esporsi al sole?.
SOLE ? Per garantirsi un buon livello di vitamina D , in effetti, c'? un metodo a costo zero: stare spesso all'aperto, al sole. Gli anziani dovrebbero farlo anche perch? di recente un gruppo di ricercatori dell'universit? di Warwick, in Inghilterra, ha scoperto che la carenza di vitamina D si associa a un maggior rischio di sindrome metabolica, diabete e ipertensione: ?La pelle degli anziani perde un po' della naturale capacit? di sintesi della vitamina D. Se a questo si associa la dieta insufficiente, il deficit ? molto probabile ? ha dichiarato Oscar Franco, responsabile dello studio ? Noi abbiamo verificato che il 94 per cento dei 50-70enni ha un deficit di vitamina D e di questi poco meno del 50 per cento soffre di sindrome metabolica. Non sappiamo ancora il motivo di questa associazione, ma di sicuro vale il consiglio di aumentare l'esposizione al sole, quando si va in l? con gli anni?. Questo magari potr? servire a ridurre il deficit di vitamina D, ma non mette al riparo da altre probabili carenze. Anche perch? spesso gli anziani sono alle prese con malattie che peggiorano la situazione, aumentando ulteriormente il rischio di deficit nutrizionali. Cos?, c'? poco da fare: durante la terza et? bisognerebbe guardare eccome ci? che si mette nel piatto: non servono rinunce, ma seguire una piramide alimentare ?d'argento? s?. Il problema principale per? resta: dove si trovano i soldi per comprarsi frutta e verdura fresca o un paio di porzioni di pesce alla settimana, se andare dal fruttivendolo o in pescheria ogni volta ? una stangata?

Elena Meli

Fonte: Corriere.it

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