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Le ricerche di Gerona 2005

(26-06-09) La Fao: oltre un miliardo di affamati




L'agenzia dell'Onu: un sesto della
popolazione mondiale soffre la fame

La fame nel mondo nel 2009 raggiunger? un livello storico con 1,02 miliardi di persone in stato di sotto-nutrizione, secondo le nuove stime pubblicate oggi dalla Fao. Questo recente aumento della fame a livello mondiale non ? la conseguenza di raccolti non soddisfacenti, ma della crisi economica mondiale che ha ridotto i redditi e aumentato la disoccupazione. Il che ha ulteriormente ridotto le possibilit? di accesso al cibo per i poveri, afferma l’agenzia delle Nazioni Unite.

?La pericolosa combinazione della recessione economica mondiale e dei persistenti alti prezzi dei beni alimentari in molti paesi ha portato circa 100 milioni di persone in pi? rispetto all’anno scorso oltre la soglia della denutrizione e della povert? croniche?, ha detto il direttore generale della Fao Jacques Diouf. ?Questa silenziosa crisi alimentare, che colpisce un sesto dell’intera popolazione mondiale, costituisce un serio rischio per la pace e la sicurezza nel mondo. Abbiamo urgentemente bisogno di creare un largo consenso riguardo al totale e rapido sradicamento della fame nel mondo, e intraprendere le azioni necessarie ad ottenerlo?. ?L’attuale situazione dell’insicurezza alimentare nel mondo non ci pu? lasciare indifferenti?, ha aggiunto.

Le nazioni povere, ha sottolineato Diouf, ?devono essere dotate degli strumenti economici e politici necessari a stimolare la produzione e la produttivit? del loro settore agricolo. Gli investimenti in agricoltura devono aumentare, perch? per la maggioranza dei paesi poveri un settore agricolo in buone condizioni ? essenziale per combattere i problemi della fame e della povert?, ed ? un prerequisito indispensabile per la crescita economica generale?. ?La maggioranza dei poveri e degli affamati nel mondo ? costituita dai piccoli contadini dei paesi in via di sviluppo. Ci? nonostante, essi hanno il potenziale non solo per garantirsi la propria sussistenza ma anche per accrescere la sicurezza alimentare e stimolare una pi? vasta crescita economica. Per rendere effettivo questo potenziale e ridurre il numero di persone vittime della fame nel mondo, i governi, assistiti dalla comunit? internazionale, devono proteggere gli investimenti di base nel settore agricolo, in modo da garantire ai piccoli contadini l’accesso non solo a sementi e fertilizzanti, ma anche a tecnologie pi? adatte, infrastrutture, schemi di finanza rurale e mercati?, ha affermato Kanayo F. Nwanze, presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad).

?Per la maggioranza dei paesi in via di sviluppo non c’? dubbio che gli investimenti nell’agricoltura di piccola scala costituiscano la rete di sicurezza sociale pi? sostenibile, specialmente in un momento di crisi economica globale come questo?, ha aggiunto Nwanze. ?Il rapido aumento della fame a livello mondiale continua ad alimentare un’enorme crisi umanitaria. La comunit? internazionale si deve stringere assieme nell’obiettivo di garantire che vengano soddisfatti i bisogni pi? urgenti, mentre vengono elaborate soluzioni di pi? lungo termine?, ha detto Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale. Mentre nel corso degli anni ’80 e nella prima met? degli anni ’90 c’? stato un discreto miglioramento nella riduzione della fame cronica nel mondo, essa ha invece mostrato un trend di lenta ma continua crescita nell’ultimo decennio, ha detto la Fao. Il numero di persone affamate ? aumentato nei periodi 1995-97 e 2004-06 in tutte le regioni del mondo, esclusa l’America Latina e i Caraibi. Ma anche in questa regione i miglioramenti ottenuti nella riduzione della denutrizione sono stati cancellati dall’aumento dei prezzi alimentari e dall’attuale recessione economica globale.

Quest’anno, principalmente a causa degli shocks contemporanei della crisi economica e degli altri prezzi dei prodotti alimentari, il numero di persone vittime della fame ? previsto crescere globalmente dell’11%, secondo le stime della Fao, basate su analisi del Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti. I poveri che vivono nelle citt? si troveranno probabilmente ad affrontare i problemi maggiori legati alla recessione globale, in quanto la riduzione della domanda di esportazioni e degli investimenti diretti esteri si ripercuoter? presumibilmente in maniera pi? pesante sui lavori urbani. Ma anche le aree rurali non verrano risparmiate. Milioni di persone emigrate nelle citt? si vedranno costrette a tornare nelle campagne, con conseguenti pressioni sulle condizioni dei poveri residenti in tali aree. La situazione di alcuni paesi in via di sviluppo ? anche aggravata dal fatto che i trasferimenti monetari (le rimesse) degli emigrati nei loro paesi d’origine sono diminuiti sostanzialmente nel corso di quest’anno, causando una notevole riduzione delle riserve estere e dei redditi familiari. La diminuzione delle rimesse, insieme al previsto declino degli aiuti ufficiali allo sviluppo, ridurr? ulteriormente la capacit? dei paesi di avere accesso al capitale necessario a sostenere la produzione e a creare reti di sicurezza e schemi di protezione sociale per i poveri.

Fonte: lastampa.it

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