(30-06-09) E' negli enzimi spazzini il segreto della lunga vita
Scoperte in California le molecole che collegano dieta ipocalorica e longevit?. Non solo prevenzione, ma anche cure per le patologie senili
MANGIA poco e vivi cent'anni. Funziona per topi, ratti e vermi. E, probabilmente, anche per l'uomo. La regola ? nota da molti anni, ma la scoperta dei ricercatori del Salk Institute for Biological Studies, in California, ci porta un passo pi? in l?: beneficiare della diminuzione di calorie senza dover stare a dieta. Gli effetti salutari di un'alimentazione ipocalorica, infatti, determinano un'allungamento della vita grazie all'azione di una catena di enzimi. I due enzimi in coda alla catena attivano i recettori che promuovono la longevit?. E se si riuscisse ad attivare i recettori "dall'esterno", l'aumento dell'aspettativa di vita ci sarebbe anche senza dieta.
Gli esperimenti che hanno portato alla scoperta sono stati condotti sui nematodi (vermi cilindrici), una specie molto sfruttata in biologia per la semplicit? di studio del suo genoma. Grazie a questi vermi si era gi? scoperto quale gene lega la restrizione calorica alla maggiore aspettativa di vita, e sempre loro sono stati fondamentali per l'individuazione degli enzimi. Infatti i vermi che mangiano poco, ma a cui manca almeno uno dei due "enzimi della longevit?", non ricevono alcun beneficio dalla dieta stretta.
Il primo enzima, detto Wwp-1, "gioca un ruolo fondamentale nel regolare la longevit?". Lo spiega Andrea Carrano, una ricercatrice dell'American Cancer Society, che ha unito il suo lavoro a quello del Salk Institute. Il Wwp-1 ?, infatti, una ligasi, vale a dire un enzima che indirizza le proteine di scarto nelle "discariche cellulari". E il Wwp-1 interagisce in modo fondamentale con la seconda molecola, Ubc-18: "Aumentando la quantit? di entrambi gli enzimi nelle cellule, i vermi vivono il 20 per cento in pi? anche mangiando troppo, mentre disattivandone anche uno solo l'effetto longevit? della restrizione calorica svanisce".
Fonte: repubblica.it
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