(16-07-09) Scoperta italiana, vino migliora tolleranza a radioterapia
Continua a sorprendere rivelando nuovi effetti benefici. Stavolta il vino diventa alleato della lotta al cancro, riducendo gli effetti collaterali legati alla radioterapia. A scoprirlo un team di ricercatori italiani dell'universit? Cattolica di Campobasso, che con il loro studio hanno guadagnato le pagine dell'International Journal of Radiation Oncology Biology. Un bicchiere di vino al d? - dunque, alzate di gomito non sono concesse - contrasta le conseguenze della radioterapia.Le radiazioni usate per combattere il cancro colpiscono, come ? noto, anche i tessuti sani vicini, primo fra tutti la pelle che devono attraversare, provocando molto spesso effetti collaterali anche rilevanti. E' in questo campo che il vino rivela un suo lato nuovo e inatteso: proteggere quei tessuti dalle radiazioni, senza peraltro diminuire l'efficacia della radioterapia nel danneggiare le cellule cancerose. A favorire questo effetto benefico non sarebbe l'alcol, ma altri componenti contenuti nel vino, primi fra tutti gli antiossidanti della categoria dei polifenoli. La ricerca, condotta dall'unit? operativa di Radioterapia e terapie palliative del dipartimento di oncologia e dai laboratori di ricerca dell'universit? Cattolica di Campobasso, ha preso in esame 348 donne malate di tumore al seno e sottoposte a radioterapia nello stesso centro molisano da febbraio 2003 a giugno 2007. Oltre alle normali informazioni cliniche necessarie per l'inizio della cura, ciascuna paziente aveva fornito informazioni sul suo stile alimentare e sulle sue abitudini di vita, incluso il consumo di bevande alcoliche e specificamente di vino. Ci? che i ricercatori hanno esaminato ? il danno che le radiazioni potevano provocare nella pelle del seno, un tipo di lesione misurato con una scala di gravit? crescente. I risultati mostrano come le donne che avevano l'abitudine di bere moderate quantit? di vino presentavano lesioni della pelle significativamente inferiori rispetto a quelle astemie. "I nostri dati ? spiega Alessio Morganti, direttore dell'unit? di Radioterapia - mostrano che il consumo giornaliero moderato di vino presenta un rischio di danni cutanei mediamente inferiore del 75% rispetto a una paziente astemia. Questo lavoro va nella stessa direzione di alcuni studi precedenti, condotti in altri laboratori internazionali, che avevano mostrato come le componenti non alcoliche del vino, soprattutto i polifenoli, abbiano la capacit? di proteggere il Dna dalle radiazioni. Naturalmente c'? ancora molto lavoro da fare per scandagliare nei dettagli questi effetti positivi del vino, ad esempio studiare se c'? differenza tra bianco e rosso". "Un punto cruciale - prosegue l'esperto - sar? confermare direttamente il ruolo della componente non alcolica del vino, che potrebbe aprire la strada a un uso terapeutico di quegli antiossidanti. In ogni caso la possibilit? che una particolare dieta o abitudine alimentare possa ridurre gli effetti collaterali della radioterapia ? un'acquisizione decisamente imprevista e innovativa". "Moderazione - ci tiene a sottolineare Giovanni de Gaetano, direttore dei Laboratori di ricerca - ? la parola chiave quando abbiamo a che fare con bevande alcoliche. Nel caso delle donne sottoposte a radioterapia per il tumore al seno stiamo parlando di un bicchiere di vino al giorno, quindi una dose molto bassa, compatibile con le abitudini mediterranee. Naturalmente non sarebbe corretto - precisa - consigliare a una paziente astemia di cominciare a consumare vino prima di un trattamento radioterapico, ma emerge ancora una volta la validit? della dieta mediterranea come stile di vita salutare".
Fonte: Adnkronos Salute
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