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Le ricerche di Gerona 2005

(26-07-09) Lo studio, cuore a rischio per chi ha un basso qi





Cuore e cervello legati a doppio filo. Sembra infatti che un basso quoziente intellettivo sia spia di un maggior rischio di incappare in una malattia cardiaca. Indipendentemente da altri fattori come fumo, dieta errata o pigrizia cronica. Insomma, seguire una dieta sana e fare attivit? fisica in modo regolare potrebbe non bastare. Il dato ? emerso da uno studio pubblicato sull'European Heart Journal dal team di David Batty della Social and Public Health Sciences Unit dell'University of Glasgow britannica. Secondo il medico, che ha esaminato oltre 4.000 persone, il QI da solo spiegherebbe oltre il 20% delle differenze nella mortalit? tra soggetti con elevato o ridotto livello socioeconomico.Non solo, l'effetto QI ? valido anche se si considerano fattori di rischio noti per le malattie cardiache. "Sapevamo che le persone svantaggiate economicamente hanno una salute peggiore e tendono a morire prima per problemi come cardiopatie, tumori e incidenti - dice Batty - Ma fattori di rischio ambientali o comportamenti come il fumo, una dieta ricca di grassi e dolci e poco movimento possono spiegare solo in parte queste differenze".Secondo lo studioso la ricerca evidenzia la possibilit? che esistano fattori psicologici ancora sconosciuti da considerare. E che fra questi possa esserci l'intelligenza, la funzione cognitiva meglio nota come il QI. Il suo team, lavorando insieme ai colleghi dell'University of Edinburgh, ha esaminato 4.289 ex soldati americani in tutte le fasi della vita. Come ci si aspettava, quelli con un reddito e una cultura pi? bassi sono risultati a rischio maggiore di morire per malattie cardiovascolari. Ma quando i ricercatori hanno esaminato il QI e controllato i fattori di rischio per il cuore di ciascun soggetto, ? emerso che il primo elemento da solo spiegava il 23% delle differenze nella mortalit? tra i pi? colti e benestanti e i pi? poveri. I ricercatori hanno cercato di spiegare il fenomeno in vari modi: un punteggio pi? basso nel test che misura l'intelligenza potrebbe portare a trascurare pi? facilmente le misure chiave per la salute del cuore. Ma qualunque sia il motivo, secondo Batty ? bene considerare il QI quando si valuta la salute cardiovascolare e si studiano le campagne informative rivolte alla popolazione. "Penso che i messaggi pubblici su dieta, esercizio e fumo potrebbero essere semplificati - dice il ricercatore alla Bbc online - Ad esempio, spesso leggiamo che alcuni alcolici fanno bene alla salute e altri no. Ma questo messaggio contraddittorio pu? essere difficile da interpretare". Insomma, le indicazioni salva-cuore dovrebbero essere pi? limpide e comprensibili per tutti.

Fonte: quotivadis.it

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