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Le ricerche di Gerona 2005

(05-09-9) Peso ingiusto







L?obesit? ? un problema globale con una distribuzione nel mondo e all?interno dei paesi variabile. Nelle societ? ricche, per esempio, gli obesi sono i pi? svantaggiati, mentre nelle societ? povere succede esattamente l?opposto.
Partendo da questa semplice osservazione, un gruppo di ricerca britannico ? arrivato a concludere che lo schema tradizionale, pi? moto meno calorie, per risolvere il problema del peso in eccesso non ? sufficiente. Gli aspetti della questione, infatti, sono pi? articolati e coinvolgono il modo in cui viviamo e lavoriamo. E l?ineguale distribuzione dell?obesit? ? l? a confermarlo.
Focalizzarsi, perci?, solo su azioni dirette finalizzate a rendere le diete pi? sane o a una maggiore attivit? fisica non tocca il cuore del problema.
Continuando cos?, dicono i ricercatori, l?epidemia di obesit? e le sue
ineguaglianze persisteranno o addirittura peggioreranno. Il fatto cio? che la dieta sia peggiorata o che ci si muova di meno, dati di fatto inconfutabili, non sono la causa fondamentale del dilagare dell?obesit? o meglio lo sono ma all?interno di un contesto pi? articolato. A partire dal quale si debbono elaborare nuove strategie di intervento.

Una questione sociale
Le condizioni entro cui le persone commerciano, vivono e lavorano, infatti, condizionano la salute, in parte proprio per la loro influenza sul
comportamento e sul peso. Ecco perch? le strategie di lotta all?obesit? messe in campo dai governi dovrebbero essere pi? sofisticate. I numeri, del resto, incombono e parlano, almeno in Gran Bretagna, di un quarto degli adulti obesi.
Una percentuale che secondo le previsioni ? destinata a crescere ulteriormente di oltre il 50%, se continuassero i trend attuali. E le lacune delle strategie in atto riguardano proprio gli aspetti sociali, fino ad ora non sufficientemente stimati. Alcuni esempi permettono di rendere meglio l?idea. Le grosse catene di supermercati mettono in vendita pacchi famiglia, incoraggiano acquisti massicci e vendono cibi molto convenienti e porzioni maxi. Ma anche la pubblicit? ha la sua responsabilit?. I bambini, infatti, sono incoraggiati a
desiderare cibi ricchi in grassi saturi o in zuccheri. E ancora chi associa la pianificazione urbana all?obesit?? Invece, sottolineano i ricercatori
britannici, come si disegnano le citt? ? fondamentale per incoraggiare le
persone a camminare e a ridurre l?uso delle autovetture. Fattori ancor pi? significativi per chi vive in aree di disagio, dove queste barriere sociali sono ancora pi? influenti.

I buoni esempi
Gli esempi di strategie illuminate non mancano e gli autori citano quello
della Norvegia, dove ? stata utilizzata una strategia di sussidi economici, di manipolazione dei prezzi e di trasparenza nell?etichettatura dei cibi per tenere al largo le persone dai cibi malsani. Un approccio pi? dinamico e articolato che l? ha funzionato. E sono i numeri a dirlo. Il consumo di grassi saturi ? calato del 18% e i livelli di colesterolo nel sangue del 10% e cos? la mortalit? per malattie coronariche si ? dimezzata tra gli uomini di mezza et?.
Quello che manca nelle strategie di prevenzione all?obesit?, concludono gli autori, ? l?idea che l?obesit? e la sua ineguale distribuzione siano il frutto di un sistema complesso, modellato da come la societ? ? organizzata. E da questo punto di vista manca il coordinamento tra i vari livelli coinvolti. Del resto come osserva uno degli autori ?ci stiamo battendo contro l?attitudine diffusa delle societ? occidentali alla ricchezza e al benessere?. ? possibile arginarla?

Marco Malagutti

Fonte: Satcher D et al. Unequal weight: equity oriented policy responses to the global obesity epidemic. BMJ 2007; 335: 1241-1243

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