(06-09-09) Disordini da riconoscere
I disordini alimentari costituiti da anoressia, bulimia e fame compulsiva
quando sono in fase precoce non sono necessariamente evidenti, e se per gli stessi familiari dei malati, pi? spesso adolescenti e giovani, ? a volte difficile sospettarli perch? i comportamenti vengono nascosti, il
riconoscimento pu? non essere agevole neanche per i medici. Infatti in genere questi soggetti non si presentano lamentando disturbi del genere dal medico di
famiglia e quest?ultimo dev?essere particolarmente attento ai casi in cui
sospettare una diagnosi di questo tipo, specie quando si tratta di giovani
donne. L?incremento dei disordini alimentari, e il fatto che se non curati
diventano cronici e possono mettere a rischio la vita, rendono per? importante poterli riconoscere precocemente. Una review americana ha riassunto i criteri di gestione di questi disturbi per i medici di primary care, dalla diagnosi alla terapia; un fenomeno che negli Stati Uniti si ? particolarmente accentuato in questi anni.
? stato stimato che la prevalenza dell?anoressia nervosa nell?
arco della vita sia pari allo 0,6%, della bulimia all?1% e del disturbo di fame compulsiva al 2,8%; l?et? media dell?esordio ? tra 18 e 21 anni e il rischio per il sesso femminile ? fino a tre volte che per quello maschile.
Sintomi fisici e psicologici
La ricerca di un possibile disordine alimentare andrebbe considerata, si
afferma, negli approcci di routine in caso di pazienti a rischio. Quanto ai
sintomi con cui possono presentarsi sono variegati e comprendono astenia, vertigini, amenorrea, perdita o all?opposto aumento di peso, stipsi, gonfiore addominale, pirosi, mal di gola, poliuria, polidipsia, palpitazioni, insonnia.
Quando i disordini alimentari sono pi? avanzati, segni indicativi sono invece costituiti da aspetto emaciato, guance scavate, colorito giallastro, atrofia mammaria; peso e al limite sovrappeso possono essere nella norma.
Altri sintomi sono poi bradicardia, pressione bassa, ipotermia, cambiamenti ortostatici; cute o labbra secche, capelli fragili, alterazioni ungueali, emorragia subcongiuntivale, occhi infossati; gengivite, perdita dello smalto dei denti, carie. E ancora, addome scavato, edema delle estremit?, callosit? sul dorso delle mani (segno di Russell), colore bluastro di dita, polsi, caviglie (per
fenomeno di Raynaud), aritmia, soffi o murmure cardiaco, riflessi tendinei diminuiti, contrazione muscolare misurata come segno di Trousseau. Sul piano psicologico, nel caso dell?anoressia i criteri diagnostici comprendono il rifiuto di mantenere il peso anche al minimo per et? e altezza, il forte timore
d?ingrassare anche se si ? sottopeso, la percezione alterata del proprio
aspetto corporeo; le due modalit? tipiche del comportamento alimentare sono la restrizione marcata del cibo o le ?abbuffate? seguite da autoinduzione del vomito e uso di lassativi. Per la bulimia si considerano invece l?ingestione di forti quantit? di cibo in poco tempo e in genere di nascosto, la sensazione di non riuscire a smettere e a controllarsi, frequenti tentativi compensatori contro l?aumento di peso; anche qui due modalit? di comportamento, ricorso a
vomito o lassativi e diuretici, o misure compensatorie come eccessivo esercizio fisico.
Ipotesi d`intervento
Una volta posta la diagnosi, la gestione deve tener conto dei fattori clinici fisici e psicologici, con un ruolo del medico nel monitorare le complicanze e lo stato nutrizionale e nel coordinare altri operatori. Il dietologo pianifica la dieta e gli obiettivi ponderali da raggiungere e lo psicoterapeuta gli interventi a livello individuale e familiare, con eventuale supporto farmacoterapico. Tutto con valutazioni periodiche e soprattutto mettendo al centro il rapporto interpersonale che deve rendere il soggetto collaborativo; va compreso quanto pu? essere diffi
(Williams PM et al. Treating Eating Disorders in Primary Care. Am Fam
Physician 2008; 77: 187-195)
Fonte: doctor33
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