(15-09-09) Mangiare a orari ?strani?favorisce l'aumento di peso
Una ricerca su cavie animali indica che anche la regolarit? nei pasti conta per mantenere la linea
MILANO - Nottambuli e turnisti sono avvisati: mangiare in orari diversi da quelli ?fisiologici? pu? comportare un aumento di peso. Pare infatti che qualit? e quantit? del cibo non siano gli unici fattori alimentari determinanti del peso corporeo: anche il momento in cui si mangia ha la sua importanza. E' quanto sostengono i ricercatori della Northwestern University dell'Illinois, che hanno condotto uno studio sui topi, riscontrando che i roditori alimentati in ore inusuali ingrassano di pi? rispetto a quelli che si cibano nei tempi dettati dal loro normale ritmo circadiano.
LA RICERCA - I topolini in esame sono stati divisi in due gruppi e nutriti con la stessa quantit? di cibo - ricco in grassi - e per il medesimo periodo di tempo, ma a quelli del secondo gruppo i pasti venivano regolarmente somministrati in momenti diversi da quelli suggeriti dal loro normale ritmo sonno-veglia. In pratica gli scienziati hanno voluto simulare la condizione di chi si alza nel cuore della notte per fare uno spuntino, e quel che hanno rilevato, alla fine del test, ? che i topi alimentati in orari inusuali hanno messo su il doppio del peso rispetto agli altri, pur essendo sottoposti alla medesima attivit? fisica.
L'ORARIO CONTA - L'interesse dell'indagine risiede nel fatto che si ? dimostrata l'esistenza di una correlazione tra l'aumento di peso e i tempi dell'alimentazione. Pertanto non bisogna badare esclusivamente alle calorie di ci? che si introduce nell'organismo, ma ? anche necessario seguire ritmi coerenti con l'alternarsi della veglia e del riposo. Il che spiega la tendenza a essere in sovrappeso riscontrata in molti lavoratori turnisti. Gli scienziati hanno spiegato che la scelta dei tempi di alimentazione pu? essere un fattore critico nella riduzione della crescente tendenza all'obesit? della popolazione mondiale, anche se in questa fase non ? ancora chiaro se i risultati ottenuti sui topi sono effettivamente validi e applicabili anche agli esseri umani. Di certo gli esiti della ricerca aiuteranno ad approfondire ulteriormente le nostre conoscenze sul rapporto tra il sonno e l'aumento di peso.
Alessandra Carboni
Fonte: corriere.it
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