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Le ricerche di Gerona 2005

(18-09-09) Emergenza malnutrizione sommersa





Il problema riguarda dal 30 al 50 per cento di chi arriva al ricovero


MILANO - Siamo bombardati di avvertimenti a non mangiare troppo, siamo sempre pi? sovrappeso o perfino obesi e la malnutrizione per eccesso ? riconosciuta come l'emergenza sanitaria del prossimo futuro. Fin qui nulla di nuovo, ma accanto a questo fenomeno ce n'? un altro, proprio nei Paesi industrializzati, che rischia di passare inosservato pur essendo non meno pericoloso per la salute: la malnutrizione per difetto. Lo denunciano da Vienna gli esperti riuniti per il congresso della Societ? Europea di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Espen).
ALLARME ? I numeri fanno impressione: nell'Unione Europea sono 30 milioni le persone che non si nutrono a sufficienza e ammonta a ben 170 milioni di euro la spesa sanitaria connessa ai guai che questo comporta. ?Chi viene ricoverato in ospedale ? malnutrito nel 30-50 per cento dei casi ? spiega Maurizio Muscaritoli, past president della Societ? Italiana di Nutrizione artificiale e Metabolismo (SINPE) ?. In clinica le cose non migliorano: vuoi per le terapie, vuoi perch? la qualit? e gli orari dei pasti non sono graditi ai pazienti, in media all'uscita dall'ospedale la percentuale di soggetti malnutriti pu? arrivare fino al 75 per cento. Da anni siamo inchiodati a questo dato ed ? arrivato il momento di reagire, perch? la malnutrizione per difetto dilaga, ma ? ampiamente sottovalutata dalle Istituzioni e non viene n? prevenuta, n? curata?. Ci? che mette a rischio di malnutrizione ? la presenza di malattie croniche e l'et? avanzata. Patologie come diabete, ipertensione, tumori e insufficienza renale, sempre pi? diffuse anche grazie all'invecchiamento della societ?, influenzano negativamente lo stato nutrizionale. Purtroppo se ci sono carenze nutritive la prognosi peggiora: si riducono le difese immunitarie, aumentano i rischi di infezione e in caso di ricoveri il decorso postoperatorio ? pi? difficile. ?E poi ci sono gli anziani che spesso non mangiano come si deve perch? sono soli, trovano difficolt? a prepararsi pasti corretti, hanno pochi soldi e finiscono per acquistare alimenti scadenti dal punto di vista nutritivo ? dice Muscaritoli ?. I problemi, insomma, iniziano spesso a casa. E derivano sostanzialmente da una carenza di informazioni: tutti ormai sappiamo che dobbiamo evitare il sovrappeso e l'obesit?, ma pochi hanno capito che esiste anche il rischio opposto?.
IL PROGETTO ? Per questo la European Nutritional Health Alliance e la Presidenza del Consiglio d'Europa hanno posto fra i loro obiettivi il riconoscimento della malnutrizione come priorit? sanitaria nei 27 Paesi dell'Unione. In risposta a ci? e alle direttive dell'ESPEN, il consiglio direttivo della SINPE ha promosso il progetto nazionale ?Fight against malnutrition?: partito a giugno scorso, prevede una serie di iniziative che coinvolgeranno la popolazione e le Istituzioni nell'arco dei prossimi 3 anni. Spiega Muscaritoli, fra i coordinatori del progetto: ?Vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno della malnutrizione per riuscire a ridurne finalmente gli elevati costi sociali ed economici, diminuendo la prevalenza del problema di almeno 10 punti percentuali entro 5 anni. E vogliamo rompere il circolo vizioso per cui si arriva malnutriti all'ospedale e si torna a casa in condizioni ancora peggiori: per farlo, ad esempio, stiamo cercando di fare in modo che nella cartella clinica di qualunque ricoverato venga prevista una sezione in cui si riferisce il rischio di malnutrizione del paziente e si valuta il suo stato nutrizionale. Farlo ? semplice ? fa notare l'esperto ?, ma la strada da percorrere ? tanta: basti pensare che ancora oggi solo pochissimi pazienti vengono pesati all'ingresso in ospedale. Poi, bisognerebbe controllare se e quanto mangiano i malati durante il ricovero: i dati raccolti durante l'ultimo Nutrition Day, che tutti gli anni celebriamo a fine gennaio, dimostrano senza ombra di dubbio che mangiare poco o non avere appetito in ospedale ed essere dimagriti molto nei 6 mesi prima del ricovero sono elementi che si associano a una maggiore mortalit??. Punto cardine del progetto anche la notifica dello stato nutrizionale del paziente al medico di base, al momento della dimissione dall'ospedale: non lo si fa mai, ma ? un'altra strategia semplice e a costo zero per seguire meglio chi ha bisogno di aiuto per garantirsi un apporto nutrizionale adeguato. ?E non mancheranno le campagne informative, ad esempio nelle scuole?, conclude Muscaritoli.

Elena Meli

Fonte: www.corriere.it

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