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Le ricerche di Gerona 2005

(07-12-09) Uova contro la degenerazione maculare senile






Secondo uno studio pubblicato su American Journal of Clinical Nutrition, l'assunzione giornaliera di quest'alimento da parte di persone anziane con bassi valori di densit? ottica dei pigmenti maculari, ? in grado di ridurre il rischio di degenerazione maculare. Consumare regolarmente uova contribuisce a prevenire alcuni gravi disturbi visivi legati all'et?. In particolare, l'assunzione giornaliera di quest'alimento da parte di persone anziane con bassi valori di densit? ottica dei pigmenti maculari (Mpod), ? in grado di ridurre il rischio di degenerazione maculare. Sono questi i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition e condotto da Robert J Nicolosi e collaboratori presso la University of Massachusetts Lowell negli Usa. L'indagine ha, inoltre, permesso di stabilire che i benefici di tale consumo sono da attribuire all'incremento di luteina e zeaxantina, pigmenti oculari con note propriet? fotoprotettive che, oltre a essere presenti naturalmente sia nella macula sia nel cristallino, sono particolarmente abbondanti nel tuorlo d'uovo. Lo studio, durato 5 mesi, ha previsto due fasi ciascuna di 5 settimane in cui sono stati consumati 2 e 4 tuorli d'uovo al giorno, rispettivamente. Entrambe le fasi sono state fatte precedere da un periodo di quattro settimane in cui l'uovo ? stato abolito dalla dieta. In breve, con l'introduzione pi? elevata di tuorli, individui con bassi livelli basali di Mpod (< or =0,5 a 0,25 gradi; < or =0,4 a 0,5 gradi; < or =0,35 a 1 grado) hanno mostrato un incremento in questi livelli di circa il 50%, per tutti e tre i valori di eccentricit? retinica. Con soli due tuorli, Mpod ?, invece, aumentato del 31% a 0,5 gradi. La concentrazione di luteina incrementa del 16% e 24%, rispetto al 36% e 82% della zeaxantina con 2 e 4 tuorli, rispettivamente. Seppure sia stato riscontrato un aumento del 5% di colesterolo Hdl, non si ? avuto nessun incremento di quello Ldl nei partecipanti, la maggior parte dei quali stata seguendo regolarmente terapie con statine.

American Journal of Clinical Nutrition 2009, 90, 5, 1272-9

Fonte: nutrizione33

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