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Le ricerche di Gerona 2005

(04-05-06) Omega-3 e tumori del fegato



La ricerca potrebbe aprire la strada a una terapia efficace anche per la prevenzione della steatoepatite

Gli studi sugli effetti benefici per la salute degli omega-3 si susseguono, e non tutti con risultati concordanti. L?ultimo in ordine di tempo ha preso in considerazione il rapporto tra l?assunzione di questi acidi grassi e l?insorgenza dei tumori del fegato. Secondo quanto ? stato riferito all?annuale convegno dell?American Association for Cancer Research (AACR) tenutosi a Washington, dai ricercatori della Scuola di medicina dell?Universit? di Pittsburgh vi sarebbe in effetti un effetto di prevenzione nei confronti di questo tipo di neoplasie.
In un primo studio, ? stato analizzato l?effetto su cellule con carcinoma epatocellulare, responsabile del?80-90 per cento di tutti i tumori del fegato e fatale dopo 3-6 mesi dalla diagnosi, di un trattamento a base di omega-3, in particolare di acido docosaesaenoico (DHA), di acido eicosapentaenoico (EPA) e di omega-6, in particolare di acido arachidonico (AA). Dopo un periodo di osservazione variabile tra 12 e 48 ore, il DHA e l?EPA hanno mostrato un effetto di inibizione della crescita cellulare dipendente dalla dose, mentre il trattamento con AA non ha mostrato alcun effetto significativo. Secondo i ricercatori, l?efficacia sarebbe dovuta all?induzione del meccanismo di apopotosi.
In un secondo studio, invece, sono state utilizzate cellule tumorali di colangiocarcinoma, una particolare forma molto aggressiva di neoplasia del fegato, che ha origine nei dotti biliari e ha una mortalit? molto elevata. Anche in questo caso i risultati di inibizione della crescita cellulare sono stati ottenuti con il trattamento a base di DHA e di EPA e non con AA.
Secondo Tong Wu, che ha guidato la ricerca, i risultati suggeriscono la possibilit? di arrivare non solo a una terapia efficace dei tumori del fegato, ma anche a una prevenzione della steatoepatite, una patologia cronica caratterizzata da un accumulo di grassi nel fegato, considerato indice di un possibile sviluppo di carcinoma epatocellulare.

Fonte: ? 1999 - 2006 Le Scienze S.p.A.

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