(12-01-10) Il selenio fa salire il colesterolo?
Lo suggerisce uno studio inglese; gli esperti raccomandano prudenza con gli integratori
MILANO - Anche il selenio ha avuto il suo momento d'oro. Questo minerale antiossidante, che si trova nel pesce, nella carne, nei cereali e nelle uova, ? stato dipinto come un potente anti-cancro, e cos? anche per lui ? partita la corsa al consumo, dalle patate arricchite di selenio agli integratori in pillola. Forse per? ? il caso di tirare un po' il freno, se i risultati di una ricerca appena pubblicata sul Journal of Nutrition saranno confermati: secondo i ricercatori, infatti, al crescere dei livelli di selenio nel sangue aumenta anche il colesterolo totale.
STUDIO ? I dati arrivano da circa mille adulti che hanno partecipato, in Inghilterra, all'UK National Diet and Nutrition Survey; tutti sono stati intervistati per conoscerne le abitudini alimentari, a ciascuno ? stato fatto un prelievo di sangue per il dosaggio del selenio e del colesterolo. Saverio Stranges, il ricercatore dell'Universit? di Warwick che ha analizzato i dati, riferisce che le persone con i pi? alti livelli di selenio (oltre 1.2 micromoli per litro di sangue) avevano un colesterolo totale medio dell'8 per cento pi? elevato, con un effetto ancora pi? evidente sul colesterolo LDL (pi? 10 per cento). Chi aveva parecchio selenio in circolo, specifica l'inglese, in un caso su due prendeva integratori: ?L'utilizzo di questi prodotti si ? diffuso moltissimo nella convinzione che il selenio prevenga tumori e altre malattie croniche ? spiega Stranges ?. In realt? non ci sono prove certe che sia cos?, invece il dato di incremento del colesterolo potrebbe avere implicazioni concrete ben pi? serie, visti gli effetti dei grassi nel sangue sul rischio di malattie cardiovascolari?. Francesco Sofi, nutrizionista del Dipartimento di Area Critica Medico-Chirurgica dell'Universit? di Firenze, fa eco al collega: ?Verissimo, non abbiamo prove che l'integrazione di selenio sia utile per la prevenzione primaria. Del resto lo stesso vale per tutti i supplementi in genere: tutti gli studi condotti negli ultimi anni indicano che gli integratori non hanno effetto o addirittura possono dare pi? problemi che vantaggi. Questo significa che vitamine e minerali dobbiamo prenderli dalla dieta, piuttosto che dai supplementi, e che non ci sono motivi per consigliare integratori per la prevenzione primaria?.
PRUDENZA ? ?Detto ci?, non ? la prima volta che emergono dubbi circa il selenio ? prosegue l'esperto ?. Esiste infatti una possibile relazione fra il suo metabolismo e quello dei lipidi, che fa s? che i due percorsi possano in qualche modo ?incrociarsi?: gi? qualche anno fa studi americani avevano suggerito un possibile effetto deleterio del minerale sui livelli di colesterolo?. Finch? i dati sono come quelli inglesi, si limitano cio? a testimoniare la presenza di un'associazione fra selenio e colesterolo, non si pu? stabilire con certezza una relazione di causa-effetto, ovvero dire senza ombra di dubbio che se sale il minerale, di sicuro sale anche il colesterolo. Per far questo occorrono i cosiddetti studi di intervento, in cui si somministra selenio o un placebo e si va a vedere che accade ai grassi nel sangue. ?Ricerche simili sono state fatte ? riferisce Sofi ?. I pochi studi che hanno usato integratori eterogenei in cui era presente anche il selenio hanno verificato in effetti un aumento del colesterolo; le due ricerche in cui si ? dato il solo selenio invece non hanno confermato il dato. La pi? recente ? stata pubblicata nel 2000 e prevedeva un introito di 100 microgrammi di selenio al giorno, quasi il doppio della dose raccomandata per un uomo adulto (55 microgrammi giornalieri): speriamo che questo nuovo studio sproni a far chiarezza sul tema con nuove indagini. I dubbi a cui rispondere sono tanti: di certo non ? il caso di consigliare supplementi di selenio per la prevenzione primaria, finch? non avremo dati pi? chiari?, conclude Sofi.
Elena Meli
Fonte: Corriere della sera.it
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