(25-01-10) La dieta che fa bene al cervello
La ricchezza in determinati polifenoli e acidi grassi aumentano il numero e la differenziazione delle cellule staminali cerebrali. Almeno nei topi
MILANO - Premessa: quello che segue ? vero nei topolini da esperimento. Non ? ancora certo che accada proprio lo stesso nell'uomo, anche se molti sono pronti a scommetterci: secondo uno studio pubblicato dal Journal of Alzheimer's Disease, una dieta ricca di polifenoli e di acidi grassi polinsaturi sarebbe in grado di ?risvegliare? le cellule staminali cerebrali, stimolandole a moltiplicarsi e differenziarsi dando origine a nuovi neuroni. Con un effetto positivo sulle funzioni del cervello, che risulterebbe cos? protetto dalle demenze e dall'invecchiamento in generale.
STAMINALI ? Un passo indietro: di polifenoli sono ricche frutta e verdura, la frutta secca, il t?, il vino, l'olio d'oliva; gli acidi grassi polinsaturi abbondano nel pesce, ma se ne trovano anche in diversi vegetali (dalla soia alle zucche). Di entrambi si ? parlato spesso bene, ora un gruppo di ricercatori dell'Universit? Autonoma di Barcellona ha deciso di mettere alla prova un mix di polifenoli e acidi grassi polinsaturi su alcuni topolini da esperimento. La molla, un motivo ben preciso: un'azienda iberica, La Morella Nuts, ha messo a punto una ?crema? (brevettata) fatta a partire da frutta e noci disidratate, cocco, oli vegetali e farine ricche di fibre che ha gi? dimostrato di ridurre colesterolo e ipertensione e di cui ora si sono voluti vedere gli effetti sul cervello. Nello specifico sulla neurogenesi, il processo di formazione e crescita di nuovi neuroni che fino a qualche anno fa si pensava impossibile durante l'et? adulta: oggi sappiamo invece che esistono nel cervello piccole riserve di cellule staminali che possono dar luogo a nuovi neuroni, a cui i ricercatori guardano con la speranza di poterle usare per prevenire o magari curare la degenerazione cerebrale legata all'invecchiamento o a malattie come l'Alzheimer. La crema a base di polifenoli e acidi grassi pu? risvegliarle?
TOPOLINI ? I ricercatori hanno diviso i loro topolini in due gruppi, uno nutrito con una dieta standard, l'altro con la dieta standard a cui veniva aggiunta la crema; il trattamento ? durato 40 giorni, l'equivalente di cinque anni umani. Dall'analisi del cervello dei topini, la scoperta: il mix di polifenoli e acidi grassi aveva aumentato il numero delle cellule staminali presenti in bulbo olfattorio e ippocampo (un'area del cervello importantissima per la memoria); in pi?, cresceva la quantit? di cellule nuove e differenziate e parevano rafforzate le reti nervose compromesse dai processi neurodegenerativi e dall'et? avanzata. La crema di polifenoli e acidi grassi ? stata provata anche in vitro, somministrandola alle cellule prima di indurvi un danno ossidativo in grado di uccidere il 40 per cento delle cellule in coltura (con acqua ossigenata o con la proteina beta-amiloide, quella che forma le placche tipiche dell'Alzheimer): l'effetto benefico ? risultato evidente anche stavolta, perch? il mix riusciva a proteggere parzialmente o perfino del tutto dalle lesioni.
TRAUMA ? I dati degli spagnoli suggeriscono che a tavola (magari con un aiutino da parte della crema del loro sponsor) si possa far molto per proteggere il cervello dai danni del tempo e delle malattie neurodegenerative: molti studi hanno ipotizzato un effetto positivo anche nell'uomo, dove finora per? nessuno ha mai dimostrato un risveglio delle staminali grazie a polifenoli e acidi grassi polinsaturi. Vedremo se qualcuno prover? a verificarlo, intanto un altro studio appena pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences ha dimostrato che ulteriori elementi della dieta possono aiutare il cervello, stavolta per riprendersi dopo un trauma cranico. In questo caso si parla di aminoacidi coinvolti nella sintesi del glutammato, un trasmettitore cerebrale i cui livelli calano dopo traumi cranici: gli autori della ricerca hanno verificato, nei topolini, che gli aminoacidi assunti attraverso la dieta possono aiutare a ripristinare le scorte di glutammato, migliorando il recupero cognitivo dopo il trauma. Di nuovo, per?, tutto da confermare nell'uomo.
Elena Meli
Fonte: Corriere della sera.it
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