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Le ricerche di Gerona 2005

(26-02-10) Basta poco movimento per ?rimanere intelligenti?






Anche un'attivit? fisica moderata protegge dal deterioramento cognitivo dopo i 50 anni

MILANO - L?attivit? fisica, anche solo moderata, protegge dai danni cognitivi ai quali si rischia di andare incontro con l?et?. ? il risultato di uno studio sugli effetti cognitivi dell?attivit? fisica condotto per la prima volta su una popolazione europea (tedesca, per la precisione) e con modalit? tali da mettere al riparo da rischi di molti possibili confondenti dovuti a un?imprecisa metodologia della ricerca. Cos? ora davvero non c?? pi? scampo per i pigri: oltre a ridurre il rischio di molte malattie croniche, dal diabete a quelle cardiovascolari, l?attivit? fisica dimostra di essere in grado di ritardare il declino cognitivo nelle persone ultracinquantenni. Non ? poco, considerato che questo penoso fenomeno arriva colpire pi? del 20 per cento della popolazione anziana.
LO STUDIO - Lo studio, condotto dal dottor Thorleif Etgen del Dipartimento di Neurologia della Clinica Traunstein, in Germania, e dai suoi collaboratori, ? stato pubblicato su Archives of Internal Medicine e ha coinvolto quasi quattromila persone di et? superiore ai 55 anni, che sono state osservate per un periodo di due anni, divisi in tre gruppi: quelli che non facevano nessuna attivit? fisica, quelli che facevano un?attivit? moderata (meno di tre volte la settimana), quelli che si impegnavano invece in una attivit? fisica vigorosa (pi? di tre volte la settimana). Alla fine dell?osservazione ? emerso chiaramente che tra i soggetti totalmente sedentari era possibile riscontrare un?incidenza molto maggiore di nuove forme di deterioramento cognitivo, rispetto a quelle rilevate invece tra i soggetti pi? attivi. Tuttavia, l?attivit? fisica moderata ? risultata protettiva tanto quanto quella pi? intensa.
I MOTIVI - Non ? ben chiaro quali possano essere i meccanismi alla base di questa azione protettiva dell?esercizio fisico nei confronti delle abilit? cognitive. Secondo gli autori della ricerca, potrebbe esserci una causa indiretta, legata al fatto che l?esercizio fisico riduce la probabilit? di sviluppare alcune malattie dannose per l?apparato cardiovascolare, come il diabete e l?ipertensione, che possono a loro volta favorire il danno cognitivo. Ma ci sono altre ipotesi pi? dirette, come dichiarano il dottor Etgen e i suoi collaboratori nel loro articolo: ?L?attivit? fisica pu? migliorare direttamente la perfusione cerebrale e indurre l?angiogenesi (un aumento di vasi sanguigni) nella corteccia cerebrale. In studi sperimentali l?attivit? fisica causa un aumento della neurogenesi (lo sviluppo di nuove cellule nervose) e dei fattori neurotrofici, specialmente nell?ippocampo che ha un ruolo importante nella patogenesi del danno cognitivo e della demenza?. Ora si aspettano nuove ricerche che possano estendere il periodo di osservazione e che utilizzino metodologie sperimentali finalizzate a chiarire ancora meglio i positivi effetti cognitivi dell?attivit? fisica. L?obiettivo sar? anche quello di precisare quale attivit? svolge la migliore azione protettiva. Esercizio aerobico o di potenziamento muscolare? O sono meglio attivit? ricreative di movimento, come il ballo?

Fonte: www.Corriere della sera.it

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