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Le ricerche di Gerona 2005

(10-04-06) AUMENTANO I DIABETICI, POCA ATTENZIONE AI RISCHI


ROMA - Si allarga sempre di pi? il numero dei malati di diabete in Italia, pari ormai al 4-5% della popolazione. Ad avere il tasso crescita maggiore (7-10% l'anno) ? il diabete di tipo 2, quello cio? che colpisce in et? adulta, anche a causa dell'insufficiente attenzione ai fattori di rischio.

Sebbene il 90% dei diabetici si faccia controllare abitualmente il tasso di glicemia nel sangue, sono ancora tanti quelli con valori di colesterolo e pressione troppo alti, che non sono curati con i farmaci adeguati. Come insufficiente ?, a livello di assistenza, la valutazione delle complicazioni che possono insorgere, come il piede diabetico e la nefropatia. E' quanto rivela il primo rapporto nazionale sulla qualit? dell'assistenza diabetologica in Italia, presentato oggi a Roma dall'Associazione medici diabetologici (Amd).

"Ogni anno nei servizi di diabetologia si registra il 7-10% in pi? di malati di diabete di tipo 2, e l' 1% in pi? di persone affette da diabete di tipo 1 o giovanile", ha spiegato Giacomo Vespasiani, direttore del Centro Studi e ricerche dell'Amd.

"Come emerge dalla nostra indagine, solo nel 2004, ? arrivato ai nostri centri il 13% in pi? di diabetici di tipo 2, e il 7% in pi? di diabetici di tipo 1. Negli ultimi dieci anni - ha aggiunto - il numero di persone colpite da questa malattia ? praticamente raddoppiato, passando dal 2-3,5% della popolazione al 4-5%, con una media per regione del 3-5%".

In base al rapporto, condotto con i dati di 86 servizi di diabetologia, relativi a 121.248 pazienti visitati, il 53,1% dei malati ? di sesso maschile e ha pi? di 65 anni, il 36% ? tra i 45 e 65 anni, l'8% ha meno di 35 anni e il 92,2% ? colpito da diabete di tipo 2. La media delle visite cui si sottopongono ogni anno ? di 4 per i pazienti di tipo 1, e di 3-3,5 per quelli di tipo 2.

Per il presidente dell'Amd, Umberto Valentini, "anche se la qualit? dell'assistenza fornita nel nostro Paese ? buona, visto che il 90% dei malati si fa controllare la glicemia nel sangue, ? anche vero che la valutazione delle complicazioni pi? drammatiche, come il piede diabetico e la nefropatia, ? insufficiente. E' inoltre necessario intervenire pi? incisivamente sul rischio cardiovascolare, visto che sono ancora troppi i diabetici con colesterolo e pressione alta non trattati con farmaci adeguati".

In base al rapporto, oltre un terzo dei soggetti con diabete di tipo 2 (38,3%) e l'11,1% di quelli con diabete giovanile ? obeso, mentre il 18% dei diabetici adulti e il 29,2% di quelli giovanili ? fumatore. Per quel che riguarda il monitoraggio della funzionalit? renale, ? di circa il 58,6% per i malati di tipo 1 e del 48,1% per quelli di tipo 2, mentre solo un quinto dei pazienti presenta informazioni relative alla valutazione del piede.

"Ogni sei anni c'? circa un raddoppio del numero di utenti nei nostri centri - conclude Vespasiani - soprattutto del diabete di tipo 2, non solo per il maggior numero di persone obese, ma anche per la maggiore disponibilit? dei medici di famiglia ad inviare pi? pazienti ai nostri centri.

E' necessario rafforzare la collaborazione con loro, soprattutto intervenendo sulla prevenzione dei fattori di rischio cardiovascolare, altrimenti il nostro sistema rischia il collasso. Come Amd, continueremo ogni anno con questo tipo di rilevazione, in modo da avere il raffronto dei dati e dare informazioni utili anche a chi fa la politica sanitaria".

Fonte: ansa.it



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