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Le ricerche di Gerona 2005

(08-03-10) Flessibilit? sul lavoro elisir di benessere





Da una maggiore flessibilit? alla scrivania vantaggi inaspettati. Poter organizzare autonomamente il proprio lavoro pu? avere un impatto positivo sulla salute, in particolare su pressione, sonno e benessere mentale. Lo concludono i ricercatori della Cochrane Library, dopo uno studio 'ad hoc'. La tendenza a rendere pi? flessibili gli orari e le modalit? di lavoro ? sempre pi? diffusa in Europa. E in particolare "nei Paesi scandinavi un contratto di lavoro 'flessibile' ? frequente tra gli impiegati che hanno una famiglia", ricordano gli studiosi. A partire dallo scorso anno "anche il governo inglese offre la possibilit? ai genitori con figli al di sotto dei 16 anni di ricorrere a orari e regolamentazioni pi? elastiche. Si presume che questo tipo di politica e di organizzazione del lavoro porti a benefici sociali, ma ? altrettanto importante - affermano gli studiosi - stabilire se ci? abbia un impatto positivo sulla salute dei lavoratori". La revisione sistematica 'targata' Cochrane include dieci studi clinici che coinvolgono un totale di oltre 16.000 lavoratori. Sono state analizzate diverse forme di lavoro flessibile, e il risultato ? chiaro: l'auto-programmazione degli orari di lavoro ha un impatto positivo su numerosi aspetti della salute, "quali pressione sanguigna, sonno e salute mentale". Uno studio riferisce, ad esempio, come gli agenti di polizia in grado di poter modificare l'inizio del turno presentassero un livello di benessere psicologico maggiore rispetto agli agenti impiegati in ufficio, e quindi legati ad un orario preciso. "Flessibilit? e programmazione personalizzata - afferma l'autrice dello studio, Clare Bambra dell'Istituto di ricerche Wolfson, presso l'universit? di Durham (GB) - sembrano migliorare la salute e il benessere: lavoratori che possono gestire i propri impegni in maniera pi? autonoma ricavano un benefico per la propria salute rispetto a quelli che devono sottostare a vincoli rigidi". "E' necessario - le fa eco il co-autore, Kerry Joyce - studiare come si modificano gli effetti della flessibilit? sulla salute nei diversi tipi di lavoratori: ad esempio, se esistono differenze tra uomini e donne, giovani e meno giovani, operatori specializzati e non. Alcune categorie, come i dirigenti e le persone con un alto profilo occupazionale, usufruiscono pi? spesso di forme di flessibilit? lavorativa, e ci? potrebbe incrementare le differenze nella condizione di salute tra i diversi gruppi".I ricercatori Cochrane concludono che, "sebbene allo stato attuale non si possano dare indicazioni definitive sull'argomento, questi risultati faranno riflettere i datori di lavoro e gli stessi dipendenti".

Fonte: qptivadis.it

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