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Le ricerche di Gerona 2005

(28-03-10) Sos cuore in Italia, causa 42% morti






Sono le malattie del sistema circolatorio la causa principale di morte in Italia: sono alla base del 42% di tutti i decessi registrati annualmente nel nostro Paese. Le patologie cardiovascolari (ischemiche del cuore e cerebrovascolari) costituiscono circa il 25% della mortalit? generale. Tra le malattie del sistema circolatorio particolare rilievo merita la cardiopatia ischemica e le patologie a essa correlate, che rappresentano la causa di morte principale nel 32% dei decessi. Nella graduatoria seguono gli eventi cerebrovascolari con il 28% dei decessi. Lo rileva il rapporto Osservasalute 2009, presentato oggi a Roma.Si stima che in Italia, annualmente, siano oltre 300 mila gli anni potenziali di vita perduta dalle persone con meno di 65 anni d'et?, decedute per patologie cardiovascolari. Coloro, poi, che sopravvivono a una forma acuta di cardiovasculopatia diventano malati cronici, con qualit? della vita decisamente ridotta e con alto consumo di risorse assistenziali, nonch? di farmaci, a carico del servizio sanitario e della previdenza sociale. Dai dati Inps emerge infatti che la spesa assistenziale per le pensioni di invalidit? ? da attribuire per il 31,2% alle patologie cardiovascolari croniche. Inoltre, per le malattie coronariche i tassi di ospedalizzazione negli uomini sono pi? del doppio di quelli delle donne: per l’infarto acuto nel 2006 ci sono state 395,9 ospedalizzazioni per 100.000 uomini contro 156,7 ospedalizzazioni per 100.000 donne.Nell’ultimo anno riportato (2006) i tassi pi? elevati di ospedalizzazione per malattie ischemiche del cuore si registrano in Campania sia per gli uomini che per le donne (1.493,5 per 100.000 e 560,7 per 100.000 rispettivamente), cui seguono Sicilia (1353,1 per 100.000 e 506,9 per 100.000 rispettivamente), Calabria (1290 per 100.000 e 492,9 per 100.000 rispettivamente) e, pi? in generale, le regioni del Sud, con tassi di ospedalizzazione particolarmente elevati. Tra il 2004 e il 2006, in tutte le regioni e in entrambi i sessi, si evidenzia infine un trend decrescente delle malattie ischemiche del cuore nel loro complesso, mentre per l’infarto acuto del miocardio un trend decrescente, anche se non particolarmente ripido, si riscontra solo in alcune regioni del Nord. C'? un divario fra Nord e Sud d'Italia che si sta riducendo. Purtroppo riguarda il rischio oncologico: i valori del Meridione, storicamente pi? bassi, si stanno infatti avvicinando a quelli del Settentrione. Ma c'? una buona notizia: i dati di mortalit? per tutti i tumori sono in costante riduzione sia per gli uomini che per le donne nelle regioni del Nord e del Centro, mentre sono solo in lieve calo nel Sud. Questo riflette sia gli andamenti dell’incidenza, che gli avanzamenti diagnostici e terapeutici raggiunti, rivela il rapporto Osservasalute2009.Per gli uomini si nota, nell’ultimo decennio, una riduzione di incidenza dei tumori nel Nord e nel Centro (la diminuzione maggiore si riscontra in Veneto e Friuli Venezia Giulia), contrastato da un aumento in alcune regioni del Sud (principalmente Basilicata e Campania). I tassi di incidenza nelle donne, invece, sono stimati in aumento in tutte le regioni, con una crescita pi? accentuata in alcune aree del Sud (Basilicata, Campania e Sardegna). Il numero di casi prevalenti, cio? quello di persone che hanno un tumore in un dato momento - evidenzia il rapporto - ? in crescita e risulta quasi quadruplicato passando da circa 524 mila persone nel 1979 a circa 1,8 milioni nel 2009: un grande numero di pazienti, che contribuisce all’aumento della domanda sanitaria e per i quali sono necessari specifici programmi di assistenza. Si stima che l’incremento di prevalenza nel decennio dal 1995 al 2005 sia dovuto per il 27% all’invecchiamento della popolazione, per il 43% alle dinamiche dell’incidenza e per il 30% all’incremento della sopravvivenza.

Fonte: quotivadis.it

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