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Le ricerche di Gerona 2005

(29-03-10) Lo zen ?modifica? il cervello e fa sopportare il dolore





STUDIO CANADESE
La meditazione, producendo un ispessimento della corteccia cerebrale, aiuta a non sentire il dolore




La meditazione, producendo un ispessimento della corteccia cerebrale, aiuta a non sentire il dolore

MILANO - La meditazione zen cambia la struttura della corteccia cerebrale, al punto da rendere chi la pratica meno sensibile al dolore. ? il risultato di uno studio pubblicato su Emotion , una delle riviste dell?American Psychological Association. A condurre gli esperimenti, un gruppo di ricercatori dell?Universit? di Montreal guidato dal dottorando Joshua A. Grant. Il team ha valutato la sensibilit? al dolore causato da una sorgente di calore in 17 cultori dell?antica pratica orientale e 18 persone che non l?avevano mai praticata. Il passo successivo ? stata l?analisi della struttura del cervello dei due gruppi con la risonanza magnetica. Oltre a una maggiore capacit? di sopportazione in quanti praticavano la meditazione, ?abbiamo scoperto una relazione tra lo spessore di alcune aree della corteccia cerebrale e la sensibilit? al dolore. Chi si dedicava a questa pratica, in particolare, aveva
un maggiore spessore nella corteccia cingolata anteriore dorsale e nella
corteccia somatosensoriale secondaria?, ha illustrato Grant, che gi? in un precedente studio aveva analizzato la capacit? di sopportare il dolore di adepti zen con pi? di mille ore di pratica. Era emerso che, mediamente, tolleravano una temperatura di 53 gradi Celsius sulla pelle, con una riduzione della sensibilit? del 18 per cento rispetto alla popolazione generale.

IL DOLORE ?MODIFICA? IL CERVELLO -I ricercatori si dicono per nulla stupiti della scoperta. ?Le posture spesso dolorose associate con la meditazione - ha commentato il dottorando canadese - possono produrre a lungo andare un ispessimento della corteccia e ci? potrebbe ridurre la sensibilit? al dolore?.
La meditazione, infatti, a dispetto delle apparenze, comporta un intenso sforzo di sopportazione per mantenere per lunghi periodi di tempo la postura corretta.
Ci? a lungo andare potrebbe indurre una sorta di adattamento del cervello. N? ? l?unico caso in cui una condizione dolorosa si associa a cambiamenti strutturali della corteccia cerebrale: da tempo i ricercatori hanno per esempio osservato cambiamenti nel suo spessore nelle persone affette da emicrania. Ma non ? questa l?unica ragione per cui chi medita sente meno il dolore. La meditazione comporta infatti un rallentamento della respirazione: 12 respiri al
minuto - ? stato osservato dai ricercatori - rispetto ai 15 degli altri.
?Ridurre la frequenza del respiro - ha dichiarato Grant - inducendo un
rilassamento del corpo produce indubbiamente una riduzione del dolore?.

ZEN TERAPEUTICO? - Visti i risultati, secondo il team, si potrebbe pensare di impiegare le pratiche di meditazione come strumenti utili non soltanto nella gestione del dolore, ma anche per prevenire la normale perdita di materia grigia associata all?et? o qualunque condizione in cui sia compromessa.
Tuttavia, viste le deboli prove scientifiche e il dolore che pu? comportare star seduti per ore a gambe incrociate e con la schiena dritta, ? difficile che qualche medico decida di prescrivere la meditazione zen come analgesico.


Fonte: corriere.it

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