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Le ricerche di Gerona 2005

(16-04-10) Nell'infanzia le spie del diabete





Due ricerche indicano i fattori che ?predicono? la probabilit? di ammalarsi da adulti

MILANO - Non si fa che parlare dell'epidemia di diabete, che stando alle previsioni colpir? con forza le nuove generazioni in sovrappeso gi? alle elementari. Perch? allora non cercare di prevenirlo fin dall'infanzia, provando a individuare gli elementi che ?predicono? una maggior probabilit? di ammalarsi per intervenire con mano ferma su chi rischia di pi?? ? ci? che hanno fatto due ricerche, pubblicate di recente sugli Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine.
FATTORI PREDITTIVI ? Il primo studio arriva dagli Stati Uniti ed ? stato condotto andando a rivalutare dati raccolti su un migliaio di ragazzine seguite dall'et? di 10 anni per il National Growth and Health Study e circa 800 studenti osservati a partire dai 6-18 anni durante il Princeton Follow-Up Study. In entrambi i casi erano a disposizione numerosi dati clinici e personali di partenza, e i ragazzini sono stati seguiti nel tempo fino a 9 o addirittura 26 anni dopo la raccolta dei primi dati: questo ha permesso ai ricercatori di individuare elementi precoci legati a una maggior probabilit? di ammalarsi di diabete di tipo due in et? adulta. Il risultato parla chiaro: avere un indice di massa corporea elevato e la pressione massima gi? un po' alta ? segno che bisogna stare in campana, perch? il rischio di diabete ? consistente. Se poi ci si aggiungono colesterolo e trigliceridi fuori dalla norma e una glicemia sopra a 100 milligrammi per decilitro, il pericolo aumenta ancora. L'influenza nefasta di questi fattori non ? certo sorprendente, perch? anche negli adulti sono indice di rischio; lo ? semmai il fatto che dovremo abituarci all'idea di valutare la glicemia e magari pure l'insulinemia, come suggeriscono gli autori, in bambini che vanno alle elementari. E vista la diffusione del sovrappeso, non sembra in effetti un consiglio da prendere alla leggera.
SONNO ? La seconda ricerca indica un fattore pi? insolito: i ricercatori, un gruppo di ricercatori cinesi di Tianjin, hanno valutato la durata del sonno in poco pi? di 1.200 bambini da 3 a 6 anni, obesi e non, misurando loro i livelli di glucosio a digiuno. Ebbene, stando ai risultati i bimbi obesi tendono a dormire poco, e chi riposa per 8 ore o meno ha un maggior rischio di iperglicemia rispetto ai coetanei che dormono 9 o 10 ore. Un buon sonno, insomma, metterebbe al riparo da quella che ? universalmente considerata come l'anticamera del diabete. ?Come entrambi gli studi sottolineano, il campanello d'allarme comune ? sempre il sovrappeso: ? rarissimo vedere un bimbo magro con alterazioni metaboliche, a meno che non ci sia una pesante ereditariet? ? spiega Gabriele Riccardi, docente di malattie del metabolismo dell'Universit? Federico II di Napoli e presidente eletto della Societ? Italiana di Diabetologia ?. Il problema vero ? che i genitori tuttora considerano il sovrappeso e l'obesit? come una condizione benigna, pensano che poi tutto passer? crescendo. Non ? cos?, perch? i chili di troppo non sono privi di conseguenze, a nessuna et??. Anche per questo ? bene agire subito: per di pi?, un'obesit? che arriva da lontano diventa quasi sempre pi? difficile da risolvere. ?Intervenire nell'infanzia evita guai dopo ? conferma Riccardi ?. Non occorre, insomma, fare i test del colesterolo alle elementari, basta pesare i bimbi e cambiare stile di vita se c'? sovrappeso o obesit?: purtroppo non ? semplice, i genitori spesso preferiscono scorciatoie di altro genere all'educare con polso fermo i bambini a ridurre i cibi dolci, i grassi o le bevande zuccherate?, conclude il diabetologo.
Elena Meli

Fonte: Corriere della Sera.it

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