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Le ricerche di Gerona 2005

(25-04-10) Iss, italiani obesi e cuore piu' a rischio in fasce povere






Italiani sempre pi? 'extralarge': negli uomini della Penisola aumentano infatti l'obesit? (dal 19% nel 1998 al 25% nel 2008) e la sindrome metabolica (dal 24% al 28%), ma si riduce l'abitudine al fumo (dal 31% al 24%). Nelle donne, invece, l'obesit? (24%), la sindrome metabolica (22%) e il diabete (8%) rimangono praticamente invariate, ma i livelli rilevati nel 1998 erano gi? alti. In pi?, il cuore dei cittadini appartenenti alle fasce pi? povere risulta maggiormente a rischio. E' quanto emerge dai dati resi noti oggi in occasione della IV Conferenza nazionale sulla prevenzione cardiovascolare, organizzata dall'Istituto superiore di sanit? in collaborazione con l'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e la Fondazione 'Per il tuo cuore' - Hcf."Grazie a questi dati - ha detto Diego Vanuzzo dell'Anmco, presentando il quadro della situazione - ? stata aggiornata la carta del rischio cardiovascolare includendo anche le persone alla soglia degli 80 anni, un quinquennio in pi?, dunque, rispetto all'ultima rilevazione del 2003. Questo ci consente di avere un panorama pi? ampio, anche in funzione dell'allungamento della vita media in Italia". Le variazioni che saltano all'occhio riguardano per? il livello socio-economico pi? basso della popolazione, dove risultano raddoppiati i valori della prevalenza del diabete (16% nella fascia pi? bassa, 6% in quella pi? elevata), della sindrome metabolica (33% contro 17%), dell'obesit? (32% contro 19%), di ipertesi non trattati (24% contro 18%). E il vizio del fumo rimane elevato (23%). "Qualche buona notizia c'? - ha evidenziato Simona Giampaoli, dell'Iss - ad esempio, fra i fattori di rischio, si ? rilevato, sia negli uomini che nelle donne, un andamento in discesa della pressione arteriosa", dovuto non solo all'aumentata proporzione di ipertesi trattati adeguatamente, ma soprattutto alla maggiore proporzione di persone con valori di pressione nella norma, grazie a strategie preventive. "Quello che studiamo con attenzione - ha aggiunto l'esperta - ? oggi il concetto di genetica e di stili di vita: se una famiglia intera ? obesa, potrebbe significare che sia una questione ereditaria. Ma potrebbe anche darsi che tutti i membri di quella famiglia adottino stili di vita sbagliati". L'aggiornamento della carta del rischio ? stato reso possibile grazie all'inclusione nel data-base del Progetto Cuore della 'coorte' dell'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare arruolata proprio nel 1998. Ci? ha permesso di studiare un nutrito gruppo di persone: 10.233 uomini e 15.895 donne fra i 35 e i 74 anni. La Conferenza nazionale sulla prevenzione cardiovascolare mira ad approfondire il ruolo del cardiologo nella prevenzione dei disturbi di cuore e arterie, in relazione a tre principali obiettivi: promuovere stili di vita sani nelle diverse fasce della popolazione; avanzare proposte di modelli di comunicazione efficaci e di strategie differenziate dirette a diversi target della popolazione; infine, ottimizzare il percorso clinico-assistenziale nei pazienti colpiti da eventi cardiovascolari.

Fonte: quotivadis.it

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