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Le ricerche di Gerona 2005

(05-05-10) Meno calorie per una vita pi? lunga






Dagli organismi unicellulari all?uomo, tutti gli esseri viventi vivono pi? a lungo grazie alla riduzione dell?apporto calorico. Lo spiega l?ultimo numero di Science in uscita oggi con un lungo articolo che passa in rassegna i meccanismi metabolici e molecolari che rallentano l?invecchiamento e promuovono salute negli animali da esperimento e nell?uomo sottoposti ad un regime di restrizione calorica o ad altri interventi genetici e farmacologici che simulano la restrizione calorica. Il primo autore dello studio ? Luigi Fontana, direttore del Reparto di Nutrizione ed Invecchiamento dell?Istituto Superiore di Sanit?, e responsabile di un progetto di collaborazione internazionale tra l?ISS e la Washington University School of Medicine di St Louis negli Stati Uniti, che ha studiato per primo gli effetti di questo regime dietetico sull?uomo.

?L?obiettivo di questi studi ? dice Enrico Garaci, Presidente dell?Istituto Superiore di Sanit? ? ? quello di comprendere i meccanismi metabolici e le basi molecolari che regolano l?invecchiamento e la loro correlazione con l?insorgenza delle malattie - in particolare quelle cardiovascolari, tumorali e neurodegenerative - per fare in modo che all?aumentare della vita media corrisponda un aumento anche della sua qualit?. La popolazione ? continua il presidente - continua a invecchiare ma non in salute. La speranza di vita alla nascita in Italia, oggi, ? di circa 80 anni, 83 anni per le donne e 78 per gli uomini. La speranza di vita in salute, per?, ? solo di 50 anni: ci? significa che per almeno 30 anni i nostri cittadini sono soggetti a malattie di vario genere, e questo comporta anche un costo sanitario enorme. La sfida ? quella di ridurre in pochi anni il gap tra speranza di vita e speranza di vita in salute?.

In questo articolo viene spiegato che tagliare l?apporto calorico dal 10 al 50% diminuisce l?attivit? delle vie di segnale intracellulare di alcune importanti vie metaboliche, come per esempio la via del fattore di crescita insulino-simile (IGF-1), e la via che regola l?mTOR (?bersaglio? della rapamicina), e aumenta considerevolmente la vita degli animali sottoposti a questi regimi dietetici riducendo l?insorgenza della maggior parte delle patologie associate all?invecchiamento. Simili effetti anti-invecchiamento e anti-malattie si ottengono in animali da esperimento in cui si modificano geneticamente o farmacologicamente queste stesse vie di segnale cellulare, simulando uno stato di restrizione calorica. ?Sono meccanismi ancestrali - spiega Fontana - che si sono conservati dal lievito all?uomo per proteggere i nostri geni durante periodi di carestia e permettere la trasmissione del migliore patrimonio genetico da una generazione all'altra quando ritorna l?abbondanza di cibo?.

Fonte: Ufficio stampa ISS

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