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Le ricerche di Gerona 2005

(13-05-10) La dieta pu? proteggere dalla demenza





Il regime alimentare seguito in et? avanzata pu? ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer: ? stato infatti identificato un pattern dietetico, ossia una combinazione di cibi, in grado di svolgere un?azione protettiva sulle funzioni cognitive. Lo rivela uno studio della Columbia University di New York che ha coinvolto oltre 2mila soggetti di et? > o = 65 anni senza diagnosi di demenza. Costoro, all?inizio dello studio, hanno fornito informazioni sulla propria dieta e sono stati rivalutati, all?incirca ogni anno e mezzo, con le stesse misure standardizzate neurologiche e neuropsicologiche. Mediante regressione multivariata (Rrr, reduced rank regression), sono stati calcolati vari tipi di pattern dietetico, in base alla loro capacit? di spiegare le variazioni di intake di sette nutrienti potenzialmente correlati alla malattia di Alzheimer: acidi grassi saturi, monoinsaturi, polinsaturi omega-3 e omega-6, vitamina E, B12 e acido folico. Vincente l?alto consumo di verdure A un follow-up di 3,9 anni, 253 soggetti avevano sviluppato la malattia ma i ricercatori erano intanto riusciti a identificare una dieta fortemente associata con un basso rischio di averla: rispetto agli individui nel terzile inferiore di adesione a questo pattern, il rischio relativo nei soggetti nel terzile maggiore ? stato di 0,62 dopo aggiustamenti multivariabili. Questo pattern dietetico era caratterizzato da assunzioni pi? elevate di condimenti per insalata, noccioline, pesce, pomodori, pollame, verdure crocifere (broccoli, cavoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, verze), frutta, verdure a foglia verde scuro (spinaci, lattughe, coste, bietole, rucola, cicoria) e da un ridotto intake di prodotti lattiero-caseari a elevato contenuto di grassi, carne rossa, interiora e burro. Coinvolte pi? vie patogenetiche Il ruolo giocato da questa combinazione di alimenti nella riduzione del rischio di AD va in generale nella direzione attesa sulla base delle associazioni note tra la malattia e i sette nutrienti considerati. Per esempio, la vitamina B12 e l?acido folico sono vitamine correlate all?omocisteina, che possono avere un impatto sulla malattia di Alzheimer per via della loro capacit? di ridurre i livelli circolanti di omocisteina. Inoltre, la vitamina E potrebbe prevenire la patologia grazie al suo forte effetto antiossidante mentre gli acidi grassi possono essere legati alla demenza e alle funzioni cognitive attraverso i fenomeni dell?aterosclerosi e della trombosi oppure mediante un effetto sullo sviluppo del cervello e sul funzionamento delle membrane o, ancora, causando un accumulo di beta-amiloide. Pertanto il pattern sopra descritto, riflettendo una dieta ricca di omega-3 e omega-6, vitamina E e folati, ma povera in acidi grassi saturi e vitamina B12, pu? avere un effetto protettivo nei confronti dell?AD coinvolgendo molteplici vie patogenetiche.

(Arch Neurol, 2010 Apr 12.

Fonte: doctor33

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