(26-05-10) Cardiologi Usa, polveri ultrafini aumentano infarti e ictus killer Los
Lo smog va dritto al cuore e aumenta il rischio di eventi potenzialmente mortali come infarti e ictus, di scompenso e disturbi del ritmo cardiaco. Aggiornando un Rapporto pubblicato nel 2004 su 'Circulation', i cardiologi dell'American Heart Association (Aha) rilanciano l'allarme sui possibili effetti killer dell'inquinamento da polveri sottili. In particolare, puntano il dito contro il particolato ultrafine: "Il Pm2,5 - sostengono - dovrebbe essere riconosciuto come un 'fattore modificabile' che contribuisce alla morbilit? e alla mortalit? cardiovascolari". A scatenare meccanismi patologici bastano brevi esposizioni, avvertono gli esperti Usa. Ed esposizioni pi? prolungate aumentano ulteriormente i pericoli per cuore e arterie, riducendo l'aspettativa di vita. "Nell'arco di ore o giorni dall'aumento dei livelli di esposizione", spiega in una nota Robert D. Brook, primo firmatario del documento ufficiale Aha, specialista cardiologo e professore associato al Dipartimento di medicina interna dell'Universit? del Michigan di Ann Arbor. "Il particolato risulta aumentare direttamente la probabilit? che si scatenino eventi cardiovascolari in persone a rischio, anche tra coloro che altrimenti sarebbero potuti restare sani ancora per anni", precisa. "Crescenti evidenze - continua Brook - mostrano che l'esposizione al Pm2,5 a lungo termine, per un periodo di alcuni anni, pu? portare a un aumento ancora maggiore di questi pericoli per la salute". Riassumendo, sulla base degli studi disponibili, l'Aha conclude che esiste una "piccola, ma coerente" associazione tra esposizione a breve termine all'inquinamento atmosferico e morte prematura; un "forte" livello di evidenza a sostegno della relazione tra smog e cardiopatia ischemica; un "moderato ma crescente" legame tra inquinamento e scompenso cardiaco/ictus ischemico; un "modesto" livello di evidenza a supporto della correlazione tra malattie cardiovascolari periferiche, battiti irregolari e arresto cardiaco. Tra le categorie pi? a esposte agli effetti dannosi del Pm2,5, gli specialisti americani indicano gli anziani, i pazienti con malattie cardiache preesistenti come scompenso o problemi coronarici, i malati di diabete. "Il principale messaggio a questi gruppi ad alto rischio - sottolinea Brook - rimane l'invito a controllare i classici fattori di rischio modificabili come la pressione, i livelli di colesterolo, il diabete, il fumo". Ma secondo l'esperto, questi pazienti in particolare dovrebbero essere sensibilizzati sui possibili rischi dell'inquinamento atmosferico.Il Pm2,5, spiega ancora l'American Heart Association, pu? danneggiare il sistema cardiovascolare in vari modi. Una delle spiegazioni principali ? che diversi componenti del particolato ultrasottile (le particelle stesse o sostanze chimiche veicolate dalle polveri) una volta inalati possano infiammare e irritare i nervi a livello polmonare. Un meccanismo che innescherebbe, a cascata, una serie di eventi con effetti negativi anche a livello cardiovascolare.
Fonte: quotivadis.it
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