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Le ricerche di Gerona 2005

(19-06-10) 7 fumatori su 10 riaccendono sigaretta pochi mesi dopo aver smesso





Smettere di fumare ? una sfida difficile. In sette casi su 10 chi decide di
spegnere la sigaretta la riaccende entro pochi mesi. Ma la possibilit? di
successo ? cinque volte superiore se ci si rivolge al medico o ai centri anti
fumo. Lo indica dal Rapporto sul fumo 2010 realizzato dall'Osservatorio Fumo
Alcol e Droghe dell'Istituto Superiore di Sanit?, presentato oggi, a Roma, in
occasione del XII convegno nazionale ‘Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale
- Giornata Mondiale Senza Tabacco’, in corso all’Iss. Uno degli strumenti per
ridurre l'abitudine al fumo, spiegano gli esperti, sono divieti, a cui, tra l’
altro gli italiani sono piuttosto favorevoli. "Bisogna rafforzarli nei luoghi
della salute e della cultura”, precisa Piergiorgio Zuccaro, presidente
dell'Osservatorio dell'Iss. “Dai dati Doxa elaborati dal nostro Istituto –
aggiunge - emerge che l'84,9% degli intervistati ? favorevole all'estensione
del divieto di fumo nei cortili e negli spazi all'aperto di propriet? delle
scuole. Con percentuali minori sono favorevoli all'estensione del divieto nelle
aree aperte degli ospedali , il 78,6% degli intervistati; negli stadi il
70,70%; nei giardini pubblici il 67,8%; alla guida l'83,4%". Ma ci sono anche
strumenti per agire sul comportamento. "I fumatori sono convinti che possono
smettere di fumare quando vogliono – spiega Roberta Pacifici dell'Osservatorio
Iss - ma si tratta di un'illusione. I dati della nostra indagine, infatti,
rilevano che tra coloro che hanno tentato di smettere, ha ripreso a fumare il
70% dopo pochi mesi. Gli studi scientifici hanno mostrato che la probabilit? di
successo ? 5 volte maggiore se ricorriamo all'aiuto del medico o se ci
rivolgiamo ai Centri antifumo che propongono terapie comportamentali e
farmacologiche". Importante intervenire anche sulla prevenzione, visto che
l'indagine ha rilevato che l'et? in cui si accende la prima sigaretta ? tra i
15-17 anni. Iniziano a questa et? il 34,2% delle donne e il 40,5% degli uomini.
I nuovi dati mostrano, inoltre, che bisogna agire su diversi fattori. Anche
istituzionali. "Ogni anno il Governo stabilisce quale deve essere l'introito
fiscale derivante dalle vendite di sigarette e quest'anno ? stato di 10,5
miliardi di euro”, ricorda afferma Piergiorgio Zuccaro. “Pu? sembrare una buona
entrata per le casse dello Stato – conclude- peccato che per ogni euro
incassato se ne spendano 2-3 per curare le malattie legate al fumo. Quindi il
fumo non ? un investimento per lo Stato ma sempre una perdita".

Fonte : Adnkronos Salute

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